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Curtis Harding

Curtis Harding – Face Your Fear

Simone Cazzaniga ci parla di Face Your Fear, nuovo album di Curtis Harding.

Curtis Harding aveva annunciato l’uscita del suo secondo album già da agosto. Da allora, ad anticiparlo, ben quattro singoli. A noi era bastato il primo, On and On, per farci esclamare che, se il buongiorno si “ascolta” dal mattino, la giornata sarebbe stata radiosa come il primo giorno d’estate. Face Your Fear ha lo scomodo e difficile compito di fare da seguito a Power Soul (2015), il suo album d’esordio, lavoro straordinariamente sicuro, da tutti definito un piccolo capolavoro. Un disco che ha permesso a Curtis Harding di farsi apprezzare dal grande pubblico dopo aver conquistato la stima di importanti artisti come Jack White, che già nel 2014 l’aveva chiamato come opening-act per alcuni suoi concerti.
Questo nuovo lavoro non delude, anzi conferma e mette la definitiva firma di garanzia. Le produzioni di Sam Cohen e Danger Mousee per la Anti-Records, combinate con la voce caldissima di Curtis, rappresentano ciò che di più stimolante e vivo arriva dalla scena retro-soul. Quello che impreziosisce Face Your Fear e lo rende affascinante è quel sottofondo di alterazione psichedelica che non stravolge e non rappresenta una vera sperimentazione, ma che, abbinata ai classici suoni R&B, rock e funk degli anni ’60 e ’70, trasporta l’ascoltatore in un universo musicale parallelo senza somministrazioni di droghe. Questi suggestivi intrecci musicali danno corpo e sostegno ai suoi racconti d’amore, di gioia, di sofferenza e di quotidianità familiare.



Alla personalissima ballata di Wednesday Morning Atonement, dedicata ad un padre non molto presente nella sua vita adolescenziale, seguono l’energia funky e southern di On and On, il gospel vivace di Need Your Love per poi arrivare al muro della psichedelia presenti in Go As You Are ed ancor di più in Dream Girl, che se non fosse per il suo nome in copertina la potremmo confondere per un inedito di Bowie. A differenza di Ulisse cediamo alle tentazioni delle sirene che si odono in Welcome To My World per poi rimanere piacevolmente imbarazzati dal falsetto sin troppo Green di Ghost of You. Sul finale la semplice, ma passionale As I Am.

Nell’ascoltare Face Your Fear percepiamo la volontà di Curtis Harding nel volerci riversare addosso una miscela eclettica di generi musicali pur mantenendo, in ognuna delle undici canzoni, la giusta individualità con una propria ricerca del groove suonato. Questa è la manifestazione sonora di uno degli artisti più intelligenti e più dotati di una scena soul che attinge dal passato con il giusto rispetto a favore di un’affascinante visione del futuro.

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