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Da Black Jezus

Da Black Jezus

Chitarra, voce, musica calda emozionante. Poche cose forse, ma tutto quello che serve per essere Da Black Jezus.

Essenziale e onirica: la musica dei Da Black Jezus ha molti pregi, pur in una breve storia e attraverso così pochi elementi, ma quello che personalmente metterei al primo posto è una caratteristica che definirei “purezza”. Non quella di una voce “pulita” o di una musica incontaminata. La voce di Luca Impellizzeri anzi, è ricca di “sporcature”, piccole ferite, “blues”, nel senso di tristezze, stati d’animo non solo percettibili, ma coinvolgenti. È una purezza in senso quasi primitivo, istintivo, di un suono che passa attraverso la corazza ed arriva all’interno. Il duo con Ivano Amata “affabula”, rapisce profondamente, mentre racconta una storia. Storia di disagio, quanto di desiderio e seduzione, o ancora d’amori perduti ed altri spettri.

Per comprendere meglio il percorso artistico di questo giovane gruppo, Luca Impellizzeri ha risposto per noi ad alcune domande:

Tis: “Come nasce e si sviluppa il vostro processo creativo?
”
L: “Solitamente sono io a scrivere testi e arrangiamenti, ma a volte Ivano mi propone qualcosa che successivamente sviluppiamo insieme. Lui si occupa principalmente della parte beat  e delle rifiniture, chitarristiche e non solo (vedi lo xilofono in Sometimes, nostro primo singolo)”.

TIS: “Con questo EP, cosa tenevate di più a comunicare?”
L:”‘Don’t mean a thing’ è un EP  di blues, ma blues come filosofia interna, a un livello strettamente autoriale; ciò che vorremmo è che fosse “soul food”, cibo per l’anima e dell’anima”.

TIS: “Quali sono i vostri riferimenti musicali? c’è un artista o più artisti che vi hanno influenzato?
”

L: “Da Black Jezus ha l’intento di abbracciare, in musica, quanta più tradizione musicale afroamericana possibile. I beat guardano al rap (adoriamo Eric B & Rakim, The Roots, solo per citarne un paio), la mia vocalità al neo soul di D’Angelo, di Anthony Hamilton, Bilal, o al gospel e al folk-blues del delta”.

TIS: “Considerato che sei tu, Luca, a scrivere i testi, con quali letture sei cresciuto?”

“Adoro la letteratura americana, Lansdale come Pete Dexter (mito assoluto), come certi classici della prima metà del secolo scorso quali Steinbeck, Faulkner, Wright e molti altri. Associo alla mia attività di cantautore a quella di romanziere; da un paio d’anni ho steso “La terra chiama”, un romanzo storico ambientato nell’America del Sud dei primi anni ’20”.

E questo gusto per la parola si coglie dall’intensità dei testi.
Mi piacciono particolarmente le parole cariche di sensualità di It’s a long way baby:

..and i wish you whole until get lost inside of you
hold me baby, hold the shine blastin’ from my bones

…e quelle poetiche e sofferte di Call you mine:

Crop a leaf from the spring of my words, the best for you, the most beautiful

Ora, con queste parole posso solo invitarvi ad immergervi nella musica dei Da Black Jezus e a lasciarvi trasportare.
Listen & enjoy.

Maddalena M. e Dario Serafino
TIS

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Cove da Black Jezus

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