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Geno Young

Geno Young

Ecco a voi il genio nascosto del Neo Soul, Geno Young.

La vera genialità è innata, non si crea. Va nutrita e coltivata sui palchi affollati di club fumosi. La genialità è tra le dita che sfrecciano sui tasti di un pianoforte, soffia nel mondo, soffia su corde vocali ricoperte di un miele di parole che arrivano dritte alla gente che aspetta di decretarne il successo.” Inizia così la biografia di Geno Young e, considerata la sua genialità e talento, il concetto è appropriato.

Geno scopre il suo amore per la musica in tenera età e dimostra negli anni successivi di voler fare veramente sul serio. Si diploma alla Booker T. Washington High School for Performing Visual Art, un ground zero per altri artisti di fama internazionale (Erykah Badu, Eddie Brickell, Norah Jones e Roy Ayers per citarne alcuni) e punta dritto verso quella che sarà la sua evoluzione musicale iscrivendosi alla Howard University. Uscito dall’università Geno inizia subito come direttore musicale, arrangiatore e produttore per Erykah Badu. Per lei ha scritto e prodotto le canzoni di successo “Times a Wastin'”, “Orange Moon” e “Mama’s Gun”. Dice dell’esperienza:
Il tour con Badu era un po’ come una scuola per i migliori e più brillanti nel panorama musicale soul. È stata un’esperienza incredibile. Mi ha mostrato come essere un professionista esperto.” In seguito Young diventa produttore esecutivo associato per N’Dambi in “Tunin ‘Up & Cosignin’” e produttore e A&R sull’etichetta di Carmen Rodgers nell’album “Free”.

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Il suo debutto personale “The Ghetto Symphony” permette a Geno di proseguire la sua crescita personale come artista e performer. Dice infatti in un’intervista; “L’album Ghetto Symphony era davvero la mia introduzione come artista solista. Avevo scritto e prodotto molto per altri artisti, e così avevo voglia di far ascoltare la mia voce. Ed è stato un successo perché ha raggiunto il pubblico di tutto il mondo. Non avrei mai immaginato che un album totalmente “indie” avrebbe raccolto quel tipo di attenzione.
Lui non se lo aspettava, io sì.
Proprio quel disco mi è come piovuto dal cielo, non ricordo nemmeno in che modo. So solo che bastarono pochi minuti per capire che quel disco sarebbe diventato mio. Mio inteso come animo, come fonte di ispirazione, come se lo avessi sempre conosciuto. Il brano che mi impressionò di più fu “On Broadway” (George Benson) nelle due versioni nu soul e nu jazz. Per il resto del disco non faccio altro che invitarvi vivamente all’ascolto.

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Geno ha una voce calda e profonda che rassicura (lui lo sa bene) e, come questo genere vuole, non rinuncia a condirla con mille controcanti, in tutti i suoi lavori. Il secondo disco, “Era Hustler” è tutto da scoprire, più sperimentale e contaminato. Se nel primo i suoni “reali” predominavano, nel secondo questi sono mescolati egregiamente con quelli elettronici, con l’intento di esprimere un sound comunque molto Black.

http://www.genoyoung.com
Buon Ascolto
Dario Serafino

ear-hustler-278                            ghetto-symphony-cover

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