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Jordan Rakei

Jordan Rakei

Siamo stati al Biko a vedere Jordan Rakei. Ed è stato fantastico.

In dicembre vi avevamo parlato della scena musicale australiana e in particolar modo della band neo-soul Hiatus Kayiote, uno dei collettivi più originali ed innovativi della scena black attuale. Oggi torniamo a parlare di Australia per farvi conoscere un giovanissimo polistrumentista, Jordan Rakei. Jordan nasce 22 anni fa a Brisbane in una “musical family” (questa è la definizione che dà il musicista della propria famiglia) e cresce tra gli strumenti musicali che presto diventeranno suoi fedeli compagni. Impara infatti a suonare basso, batteria, tastiere e chitarra, riuscendo così a esprimere la propria fantasia ed il proprio talento musicale fin dall’adolescenza.
Con gli anni il suo suono, il quale trae ispirazione principalmente da generi come soul, reggae, hip hop e jazz, diviene sempre più nitido ed originale, tanto da fargli raggiungere una certa visibilità sia nazionale che internazionale, soprattutto nell’ambito della black music.
“Groove Curse”, EP uscito nel 2014, è la prova del talento cristallino di questo giovanissimo musicista. Un piccolo gioiello soul che fa ben sperare per il futuro del ragazzo, e che ci conferma ancora una volta quanto sia fertile la scena black di questo angolo di mondo lontanissimo da tutto.
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Jordan stesso in un’intervista confessa di sentirsi egli stesso (come la maggior parte degli australiani) lontano dal resto del mondo. Comprensibile, visto che per raggiungere l’Europa da Sidney sono necessarie circa 24 ore di volo. Il ragazzo le ore se l’è sorbite tutte e 24 per portare la sua arte dall’altra parte del mondo, e fortunatamente il suo tour europeo ha toccato anche l’Italia, più precisamente Milano. Sabato, infatti, eravamo presenti al Biko per gustarci la sua performance che, a detta di Rakei stesso, si preannunciava come movimentata e scoppiettante.
Jordan si presenta ai live completamente solo, accompagnato solamente da tastiere, loop station, vari pedali e dalla propria voce. Così è avvenuto anche sabato. Lo scetticismo iniziale viene immediatamente spazzato via dal debordante talento di questo artista a tutto tondo; gli bastano pochi secondi per avere una strumentale sulla quale sbizzarrirsi con la propria voce e con la quale far ballare il pubblico.
Lo spettacolo, se all’inizio prende le sembianze di una fantastica esibizione neo soul (è evidente l’amore di questo ragazzo per D’Angelo), muta col passare dei minuti, fino a diventare quasi un dj set di musica house australiana il quale fa muovere incessantemente i piedi di chi ascolta. Jordan non smette di stupire per tutta la durata del concerto: mai un secondo di pausa, impegnato com’è a creare i vari groove, a cantare, a preparare i complicati cambi armonici e ad arringare la folla. Si diverte e come naturale conseguenza fa divertire il suo pubblico.
Jordan Rakei è un musicista che ci ha davvero sorpreso, sia per la maturità artistica che mostra (ricordiamo a chi legge che ha solo 22 anni), sia per il talento che possiede, sia per l’umiltà e la tranquillità con cui si pone davanti al pubblico, qualità non scontate se si guarda a molti musicisti, o aspiranti tali, coetanei di Jordan.
Viene quasi da pensare che vivere così lontani dal resto del mondo, soprattutto in questo periodo, a volte possa essere quasi una benedizione.
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