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Myles Sanko

Myles Sanko Live at the Blue Note – Review

Simone Cazzaniga vi racconta il concerto di Myles Sanko al Blue Note.

Da un lato un location illustre e suggestiva, un punto d’arrivo per qualsiasi artista; al centro un pubblico elettrizzato che ha dimostrato di gradire; in primo piano lui, Myles Sanko, con la sua magnifica voce. Così si riassume l’esibizione di questo sorprendente artista, che lo scorso sabato ha illuminato il Blue Note di Milano, un palcoscenico da lui ben conosciuto perché già lo scorso anno aveva fatto tappa qui, ottenendo un grande successo. Lui arriva dall’Inghilterra e ha già superato quella fase di giovane promessa soul. Le prime esperienze come cantante rap, poi vocalist per gruppi funk come i Bijoumiyo e Speedometer per esordire infine come solista nel 2013 con l’EP Born in Black & White. L’anno successivo il primo vero album dal titolo Forever Dreaming che gli permette di conquistare la giusta attenzione da parte della critica. Ormai lui è a tutti gli effetti una conferma ed è una bellissima realtà della musica soul. Otis Redding, Bill Withers e Al Green sono solo alcuni maestri che Myles Sanko ha preso a modello, ma non certo per imitarli. Nella sua musica e nelle sue interpretazioni ci mette tutto il suo talento e la sua soggettività è ben delineata.
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Il concerto sold out di Milano ha dato il via al Just Being Tour 2016 che vedrà Myles Sanko protagonista con ben 24 date programmate in tutta Europa. È una di quelle tournée vecchia scuola, perché pianificata per promuovere il suo nuovo album Just Being Me, in vendita a partire dal prossimo 28 ottobre. La serata è stata la giusta occasione per cantare dal vivo alcune delle nuove canzoni, alternandole con brani dei primo lavori ed un paio di cover. Ad accompagnarlo una band di sei elementi: tastiere, batteria, chitarra, basso ed anche una paio di elementi ai fiati. Sul palco Sanko si presenta in giacca doppio petto, camicia bianca, raffinato, distinto, elegante come lo show da lui proposto. Riesce subito a conquistare il pubblico che con lui inizia inesorabilmente un viaggio fatto di emozioni. Con canzoni come So Hard To Stop, Shooting Star e Don’t Let Me Down gli viene semplice catturare e far divertire i presenti che un attimo dopo, inesorabilmente si ritrovano avvolti dalle intime atmosfere di My Inspiration, di To My Surprise, preceduta da una intro strumentale e di Come On Home che ha rappresentato il momento più appassionante della serata. Sanko si ferma, si rivolge al pubblico invitandolo ad intonare con lui il ritornello della canzone … “I need you more than you know” … chiedendogli di dedicarlo alla persona cara o agli amici presenti. Il pubblico si schiarisce la voce ed accetta l’invito, ottenendo l’affascinante risultato che desiderava.


Tutta la sua gratitudine ed ammirazione nei confronti di Marvin Gaye, uno dei suo miti, l’ha dimostrata impegnandosi in una magica interpretazione di Mercy, Mercy Me e What’s Going On. Questa è stata anche l’occasione per lasciare il giusto spazio ai sui musicisti che hanno prolungato le canzoni improvvisando una jam, a dimostrazione della loro bravura. Non sono mancate le novità con le già conosciute Just Being Me e Promises, i primi due singoli del nuovo album. In aggiunta Myles ha presentato Forget Me Not e This Ain’t Living. Con Forever Dreaming chiude lo show salutando e ringraziando affettuosamente il pubblico milanese che ha ricambiando rumororamente richiamando Sanko sul palco per convincerlo a concedersi nuovamente. Al suo rientro, ricordando a tutti di credere nei propri sogni e desideri perché senza di questi non siamo nulla, ha presentato Sunshine, altra novità. Il saluto finale sulle note di Light in My Hand. Con il sorriso che lo ha accompaganto per tutto lo spettacolo ha invitato i musicisti sul fronte del palcoscenico per un rispettoso inchino di rinraziamento per poi concedersi ai fans per foto ed autografi.
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Un solo concerto, niente doppio show come spesso accade al Blue Note. A Myles Sanko sono bastati un’ora e quaranta minuti per presentare il meglio di sé e della sua musica, che racchiude il calore del soul, la classe del jazz e l’energia del funk. Se poi tutto questo è esibito con una voce potente e una padronanza del palco da esperto soul singer, il risultato finale è travolgente.
 
Simone Cazzaniga.
 

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