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PRINCE – Dreamin’ About U – TIS REMIX

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The Gold Standard …
Lo “Standard Aureo” di Prince è ormai storia. Dai primi anni ’80 escono uno dopo l’altro dischi che lasciano il segno. Superfluo per gli addetti specificare  1999, Purple Rain, Around The World In A Day, poi il diamante Parade, l’epico Sign ‘O’ The Times e l’ultimo grande disco dell’epoca Lovesexy, senza tralasciare The Black Album. La strabiliante capacità compositiva del Sig. Nelson, pregna del patrimonio dei grandi della Black Music, Sam Cooke, James Brown, Stevie Wonder, Sly StoneMarvin Gaye, Al Green, influenzata dall’appeal degli Stones e dal genio e “psichedelia” dei Beatles, a tratti caleidoscopica e sperimentale come quella del Maestro Zappa, assicurava la sua produzione ad uno “Standard Aureo”.
Nel corso degli anni poi, dopo l’esplosione dell’estro creativo, a fronte di periodi musicali “impalpabili” con al culmine l’album Rave Un2 The Joy Fantastic (’99) (l’episodio più incomprensibile della carriera di P), i buoni ascoltatori hanno potuto godere di alcune gemme sparse qua e là; l’album Love Symbol (’92), i 2 dischi a marchio NPG Gold Nigga del ‘93 ed Exodus del ’95, il difficile e bellissimo Come (’94) alcuni stralci strumentali dell’EP The Beautiful Experience (’94) l’affascinante The Gold Experience (’95), il cui titolo doveva essere The Gold Album (!), che però ha un’unica pecca, brani portentosi quali Endorphinmachine e Now risultano “riadattati” a scapito dell’efficacia delle versioni originali uscite anni prima in dischi Outakes. E ancora bagliori della raccolta Rock Chaos & Disorder (’96) , alcuni brani del policromo e disarticolato Emancipation (’96) gran parte del Greatest Unrealised Hits (!) Cristal Ball (’98), con lo splendido album acustico The Truth, qualcosina…ina di New Power Soul (’98),  la raffinata ma non proprio “novella” raccolta Jazz The Vault: Old Friends 4 Sale… (’99). All’inizio del millennio Prince prende una nuova “direzione musicale”, ed in barba alle major pubblica lavori prestigiosi e ispirati quali lo straordinario The Rainbow Children, One Nite Alone (album “vocale”…), Xpectation e l’irradiato strumentale N.E.W.S, dischi che indicano una maturità artistica totale. Nella lunga cronologia è incerta la menzione di altri album dal valore non definibile ma con buona qualità compositiva di alcuni brani; si possono passare al setaccio Graffiti Bridge (’89), Batman (’90), Diamonds & Pearls (’91) e nonostante gli elogi della critica e l’ottimo successo, Musicology (2004), che tranne per pochi pezzi può essere catalogato come un riuscito esercizio di stile, niente di più! In ultimo ci sono i dischi “riempitivi” ma vuoti di una carriera artistica infinita, in altre parole 3121, Planet Earth e 20Ten; una citazione particolare la merita Lotusflow3r del 2009, che con una sostanziale “scrematura” e una variante essenziale, Elixer cantato interamente da P con l’eccezione del duetto per la title-track, probabilmente sarebbe entrato nello Standard Aureo.
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Ora, dove si collocano i 2 nuovi dischi PLECTRUMELECTRUM e ART OFFICIAL AGE? Siamo nella parte “bassa” della digressione o si ritorna allo S.A.? L’approccio artistico d’insieme sembra essere vicino agli album migliori e la lunga gestazione conferisce ai due lavori, molto diversi tra loro, un’apprezzabile omogeneità, ma come è accaduto troppo spesso in passato, non si capisce se per sadismo o per distonia artistica, Prince “macchia” sempre un po’ i suoi lavori con brani ordinari che sembra abbiano il solo fine di riempire (paradosso già enunciato). Partiamo da una valutazione: i 2 nuovi lavori sono puro intrattenimento! A O A è un disco funk/pop elettronico ben fatto, con un sound piacevole, in cui pezzi moderni ed efficaci come Art Official Cage, traccia tecno/funk fresca e divertente, non straordinaria come Loose! (Come) o eterea come Hypnoparadise (The Slaughterhouse – raccolta di inediti per i membri NPGMusicClub del 2004), ma più godibile di The Human Body (Emancipation), Clouds, duetto con la bravissima Lianne LaHavas e la ispirata Way Back Home, si alternano a brani troppo “conformi” come BreakdownThe Gold Standard (con elementi presi da Superfunkycalifragisexy ma non con quella travolgente e istintiva ritmica black) – Breakfast Can Wait – This Could Be Us – What It Feels Like e Time. Nel disco spicca il brano U Know, inciso sulla base del brano Blinded dalla cantante R&B Mila J. Il pezzo regala un artista ancora sorprendente, per i giochi di voce, per l’utilizzo di un groove scarno ma penetrante e per l’eleganza con cui si accosta al modo attuale di far musica. Chiude il tutto la versione electro/funk di Funk’n’Roll, che non dispiace. Per l’album con le 3rdEyeGirl, PLECTRUMELECTRUM, si può osare una considerazione: senza Stopthistrain e Tictactoe, composto da sole 10 tracce avrebbe lasciato un segno. Un degno album Rock con bagliori pregevoli della chitarra di P e con un’efficace chiusura Funk(‘n’Roll). Magari non particolarmente originale ma suonato benissimo, con la sorpresa di una voce femminile di “supporto”, quella della batterista Hannah Ford Welton, fresca e piacevole, con l’affascinante impressing analogico e per di più con un inizio inusuale, la meravigliosa rock ballad Wow, il tutto impreziosito dalla cover del brano di Alice Smith  Anotherlove, cosmica e molto più intensa dell’originale (evidente il coinvolgimento emotivo di Prince). In mezzo ci sono Pretzelbodylogic, pezzo con un crescente refrain hard rock, Aintturninround, brano dai toni “grunge” cantato da Hannah, Plectrumelectrum, bella prova strumentale, l’elegante “pausa” Whitecaps, la profetica ed incalzante Fixurlifeup, Boytrouble, altro pezzo funk con “stacco” di chitarra inconfondibile, e Marz, che ricorda Ronnie, Talk To Russia dell’album Controversy, 1981.

Dalla sterminata discografia Dario Serafino sceglie di remixare Dreamin’ About U con i supporto di Michele Capasso e Massimo Ielmini.
Buon Ascolto!
 
MassimiL i a no R.

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