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Roy Hargrove

Roy Hargrove – Pilastro cruciale della Soulquarian

Ci lascia Roy Hargrove, l’uomo che ha fuso jazz, funk, R&B, Soul, Hip-Hop e Gospel.

Chi era Roy Hargrove?  Per chi come me che tra fine anni 90 e inizio 2000 bramava e si nutriva di nu soul Roy è l’Ernst Spath che sintetizzò il principio attivo della mescalina estratta dal peyote. Il mago ipnotizzante di un genere, il nu soul, che nasceva e ridava nuova linfa a tutta la black music. Il fautore di sonorità mai sentite prima, il suono del jazz, quello dalle armonie mai scontate da lasciarti a bocca aperta.
Avete presente dischi come: Voodoo di D’AngeloMama’s Gun di Erykah BaduLike Water For Chocolate di Common? Ecco. Se li conoscete ci siamo capiti, se no ve li trovate in fondo all’articolo da ascoltare.

Dischi come quelli hanno cambiato la vita di migliaia di persone. Dischi come quelli hanno ispirato la vita di comuni fruitori di black music, alcuni dei quali grazie a quei dischi hanno deciso di fare musica, influenzando anche grandi musicisti affermati.
Roy era un trombettista texano uscito dalla Booker T. Washington High School di Dallas che si fece subito notare  da Wynton Marsalis. Dopo un breve periodo al Berklee College of Music, Hargrove affrontò la scena jazz di New York conquistandola rapidamente per poi diventare fulcro della rinascita di cui vi ho parlato prima.
The RH Factor è il progetto dove Roy Hargrove esprime tutti questi concetti all’ennesima potenza, un po’ come fece Quincy Jones con Back on the Block e Q’s Jook Joint, creando, a differenza di quest’ultimo una perfetta alchimia tra jazz, funk, hip-hop, soul e gospel music con un sound molto essenziale, vintage e roots.

A far parte di questa band ci sono nomi come Chalmers “Spanky” Alford, Pino Palladino, James Poyser, Jonathan Batiste and Bernard Wright.  Nel 2003 uscì Hard Groove, nel 2004 Strength (EP) e nel 2006 Distractions nei quali compaiono nomi come: i fedeli D’Angelo, Erykah Badu, Common e poi Karl Denson, Steve Coleman, Q-Tip, Me’Shell NdegéOcello,  Cornell Dupree, Renee Neufville, Keith Anderson e Bobby Sparks.

Roy Hargrove ha creato uno stile unico lanciando nel futuro le sorti della musica black.
L’ultima volta ce lo siamo gustato è stato nel 2016 al Blue Note di Milano (leggi l’articolo). I segni della sua malattina lì erano già molto evidenti. Soffriva di insufficienza renale ed era in dialisi.
Grazie per ciò che ci hai donato ROY!

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