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The Roots – Things Fall Apart 20 anni dopo

The Roots – Things Fall Apart 20 anni dopo – Back in the Days

Vent’anni fa nasceva “Things fall apart” dei The Roots

Il 23 Febbraio del 1999 vedeva la luce “Things Fall Apart”, quarto album della band hip-hop The Roots. I musicisti di Philadelphia si sono sempre contraddistinti per aver sposato la filosofia dell’hip-hop suonato con veri strumenti e raramente campionato, oltre che per un sorprendente gusto per la contaminazione e la sperimentazione.

Questo lavoro prende il nome dall’omonimo romanzo di Chinua Achebe che a sua volta riprende un verso della poesia di William Butler Yeats “The Second Coming”.  L’album aggiunge un tassello importante alla loro carriera, oltre a dimostrarsi ancora attuale a distanza di 20 anni.
Il livello qualitativo è sorprendente, basta scorrere tra i crediti per trovare nomi prestigiosi come quelli di D’Angelo, il compianto J-Dilla, Erykah Badu, Common, Mos Def , Eve, tra gli artisti coinvolti e chiamati a collaborare.

Tra le tracce degne di menzione:“The Next Movement”, uno dei singoli estratti, impreziosito dagli scratch di DJ Jazzy Jeff oltre che dai cori delle Jazzyfatnastees e “The Spark”, dove Malik B sciorina rime dal forte impatto emotivo e in cui troviamo un D’Angelo, più in forma che mai, al basso.

Ma non possono passare inosservati pezzi come “Dynamite!”, con un incisivo riff bluesy e la produzione del mitico J-Dilla, “Ain’t Sayin’ Nothing New”, con la partecipazione di Eve e una bella chitarrina funky in primo piano. Mos Def e Black Thought danno vita a brillanti scambi di microfono in “Double Trouble”, mentre “Act Too (The Love Of My Life)”, prosegue il discorso iniziato da Common (qui anche presente) nella sua “I Used To Love H.E.R.”, in cui veniva decantato l’amore per la cultura hip-hop come se fosse una donna e ne venivano criticate la commercializzazione e lo snaturamento.

Notevole anche il contributo delle Zap Mama, coi loro brillanti africanismi, oltre che il vellutato tappeto d’archi della BSFM Orchestra. “You Got Me” è un altro singolo di grande impatto, con il refrain di Erykah Badu, un breve intervento di Eve e le sorprendenti accelerazioni drum ‘n bass di Questlove nel finale. Originariamente il pezzo doveva cantarlo Jill Scott (lei aveva composto il refrain), ma poi la scelta cadde su Erykah Badu. Successivamente i Roots incisero una versione anche con Jilly from Philly.
Bella e toccante “Return To Innocence Lost”, è un brano recitato dalla poetessa in musica Ursula Rucker, un pezzo dedicato al fratello ucciso dopo una vita turbolenta e piena di bravate. Per un certo periodo di tempo lei ha chiuso i dischi della band di Philadelphia con una sua poesia.

I Roots si sono saputi ritagliare nel tempo un posto di grande importanza nella scena hip-hop, forte anche della loro sorprendente ricerca musicale e per essersi dimostrati portavoce dei valori positivi di questa cultura, spesso penalizzata da stereotipi e produzioni non sempre all’altezza. Loro grande merito è stato anche quello di aver valorizzato al meglio le potenzialità di varie voci neo-soul e il contributo alla musica degli ultimi 30 anni li ha portati a diventare col tempo resident-band del Jimmy Fallon Show (ne abbiamo parlato in questo articolo), esibendosi con varie celebrità del pop statunitense.

Ci piace consigliare “Things Fall Apart” a chiunque voglia approcciarsi al vero hip-hop, un ottimo punto di partenza per scoprire la discografia dei The Roots, che dal 1989 non smettono mai di stupirci attraverso lavori di spessore e ricchi di musica di prima scelta, rispettando lo spirito più autentico del soul e del jazz e restando coerenti alla loro arte, senza compromessi commerciali.
Francesco Favano

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