Alfa Mist, pianista, polistrumentista e produttore inglese, torna a dominare la scena neo soul europea con il suo nuovo album Bring Backs
Britannico, giovane, Alfa Mist è uno dei talenti più interessanti della scena neo-soul inglese. E’ un ottimo pianista, tastierista, polistrumentista, produttore, occasionalmente anche rapper, uno di quegli artisti abili nel trovare punti di contatto tra il soul contemporaneo, l’hip-hop e le sonorità jazz-fusion. Per via del suo stile potrebbe essere accostato a Robert Glasper, ma attenzione: non si tratta di imitazione fine a sé stessa. Alfa Mist è sì uno che ha imparato tanto dal pianista di Houston, ma ha anche una sua personalità artistica riconoscibile.
La sua formazione parte dalla Langdom Academy e dal Newham Sixth Form College. Inizia a creare musica sin dall’adolescenza, all’età di quindici anni, dapprima come produttore hip-hop esperto in campionamento, influenzato dai beat di J-Dilla e 9Th Wonder. Successivamente, da autodidatta, impara a suonare pianoforte e tastiere, ampliando così il suo linguaggio musicale che ingloberà anche il jazz. E noi qui sul blog vi parliamo del suo nuovo lavoro, intitolato Bring Backs, uscito pochi mesi fa, un emozionante viaggio in nove deliziose tracce che ci permettono di avere prova del suo talento cristallino. I testi, quando ci sono, non diventano semplici pretesti funzionali al groove e alla musica, ma risultano più articolati e assumono la loro importanza grazie a ottime capacità liriche, riflettendo introspezione, momenti della vita di Alfa Mist e tutti gli insegnamenti di vita che ha fatto suoi. Anche l’aspetto musicale si presenta omogeneo e multiforme al tempo stesso, grazie a brani come People, in cui è impossibile non lasciarsi accarezzare dalla delicatezza della voce di Kaya Thomas-Dyke, oppure il rap ispirato e consapevole di Mind The Gap, affidato a Lex Amor. La parte ritmica è protagonista in Run Outs, con un groove di batteria singhiozzante vagamente reminescente di Questlove; ottimi anche gli intrecci sonori tra tromba e sintetizzatori in Coasting, in cui le loro note si fondono fino a creare un unico suono . Alfa Mist, oltre a essere un pianista e un tastierista di grandi doti, è anche un apprezzabile rapper e infatti esibisce questa sua peculiarità nella finale Organic Rust.
Ci troviamo quindi di fronte a un lavoro che alza l’asticella alla nuova scena soul, un’oasi sicura e una boccata di ossigeno nella musica odierna in cui i suoni elettronici e l’autotune dominano incontrastati. Bring Backs è un disco che fa sua la lezione dei grandi maestri jazz-fusion del passato, ma resta ben piantato nel presente. E’ un album complesso ma che lentamente si lascia assimilare, senza risultare ostico, la sua brevità (sfiora i quaranta minuti) lo rende allo stesso tempo intenso, vitale, penetrante e soprattutto ben messo a fuoco. I grandi del jazz come Miles Davis, Herbie Hancock e in tempi più recenti Robert Glasper, ci hanno insegnato che abbattere i recinti tra generi e portare il jazz in dimensioni inedite possa dare nuova linfa alla musica, senza farsi suggestionare dal giudizio dei puristi. E in questo compito Alfa Mist ci riesce alla grande grazie al suo Bring Backs, disco che si ritaglia un posto di rilievo tra le ultime uscite di questo 2021.
Francesco Favano