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Alice Russell

Alice Russell live a ChiassoJazz 2010

Alice Russell, la regina del Soul britannico.

Sabato scorso ho finalmente avuto l’occasione di assistere all’esibizione di quella che considero l’attuale regina del Soul britannico (non badate alla qualità audio nel video… il mix iPhone/”posizione dietro le casse” da questo risultato): Alice Russell.
[vc_video link=’https://www.youtube.com/watch?v=wVKJYBU3YlM&feature=youtu.be’]
Alice Russell, originaria del Suffolk e da tempo residente a Brighton, non è nota ai piu’ anche per via di una sua scelta di vita artistica. Durante l’intervista che ho realizzato per la radio con cui collaboro, infatti, mi ha confermato che rimanere indipendente le permette di avere quella libertà artistica che in molti casi non è permessa con le major; inoltre rende piu’ rapido e diretto il contatto col pubblico, e le canzoni non hanno piu’ intermediari, passando direttamente dalle mani dell’artista a quelle del pubblico. La rete, poi, permette di tagliare costosi e praticamente inutili middlemen. È vero, non c’è l’impatto mediatico che una grossa compagnia di consentirebbe di avere, ma questo puo’ essere visto anche come un vantaggio. Non ci sono bugie, la realtà è quella che conta. L’esibizione live è quella che rende di piu’, perché ci dà un’esperienza completamente diversa dal disco, ci permette di vedere un’artista per quello che veramente é.
E quella che ho visto sabato sera è una cantante piena d’energia, con una voce cosi’ calda da lasciarci senza parole (soprattutto quando ci rendiamo conto che il corpo dal quale proviene è quello di una trentacinquenne britannica bionda, non tanto alta e un po’ in carne). Qualcuno ha detto che c’è una voce nera imprigionata nel corpo di quella donna bianca… Niente di piu’ vero!
[vc_video link=’https://www.youtube.com/watch?v=VnR_4dXbyhs’]
Per niente timida e forte delle tantissime date alle sue spalle non si è spaventata nell’invitare i presenti a ballare piu’ volte, anche se la location non lo concedeva. Eravamo infatti alla rassegna di ChiassoJazz, la sala era al 70% occupata da sedie, l’età media decisamente alta… Non certo il luogo ideale per scatenarsi e ballare! Questo non ha scoraggiato lei e la sua band, composta da cinque musicisti non virtuosissimi ma sicuramente energici, e in perfetta simbiosi con la protagonista, protagonisti di uno show talmente rodato da sembrare quasi teatrale.
Il repertorio poi è stato fantastico. Alice ha proposto molte canzoni dal suo ultimo disco, “Pot of Gold”, ma non ha mancato di regalarci classici suoi come “Humankind” o “A Fly In The Hand”. Ha inoltre dato spazio alle cover che ha realizzato nei suoi lavori precedenti ,come “Crazy” di Gnarls Barley (nell’ultimo disco in una splendida versione vocal) e “Seven Nation Army” dei White Stripes (con Nostalgia77).
Alla fine la gente, che si aspettava si una brava cantante, ma non un vero e proprio animale da palcoscenico pronto a scatenare la folla, si è dovuta arrendere, ha eliminato le prime quattro file di sedie e si è data alle danze. Un’ora e mezza che mi ha entusiasmato, fatto sudare e urlare. Sicuramente il luogo del concerto non era dei piu’ appropriati per questo tipo di show; pero’ devo dire che non mi é difficile immaginarla su un minuscolo palco di un pub di Brighton, che puzza di birra stantia, con una folla di ubriachi inglesi che ballano sulle sue bluenotes…

MaQs
 

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