“Walk With The Father” è il titolo nuovo album di Charlie Bereal uscito per la Death Row, etichetta del rapper Snoop Dogg.
E’ uscito per la Death Row, etichetta del rapper Snoop Dogg, il nuovo album di Charlie Bereal intitolato “Walk With The Father”. Magari a molti il suo nome potrà non dire nulla, ma lui non è proprio un esordiente e lo abbiamo spesso trovato dietro la realizzazione di molti brani per vari artisti neo-soul e contemporary R&B già affermati. Hits come “More Than A Woman” della compianta Aaliyah e “My Love Is Like…Wo” di Mya, portano per esempio proprio la firma di Charlie Bereal e lo abbiamo anche trovato a collaborare con artisti del calibro di Whitney Houston, Raphael Saadiq, Kelly Rowland, Tweet, Jamie Foxx, tra gli altri.
E’ anche un ottimo compositore e polistrumentista ed è stato chitarrista per il cantante gospel Donnie McClurkin. Dopo tanti anni di produzione e composizione di pezzi per conto terzi, e dopo l’album del 2024 intitolato “11-11-11”, dà alle stampe il suo secondo lavoro, “Walk With The Father”, protagonista del nostro articolo di oggi. Veniamo così catapultati in dell’ottima musica soul dalla vecchia ricetta, dalle calde e vellutate atmosfere anni ‘70 che richiamano grandi nomi come Isaac Hayes e Curtis Mayfield. Per capire il buon gusto che ne viene fuori in questo lavoro basta ascoltare la traccia iniziale intitolata “Hope”, oppure “The Greatest”, con la partecipazione di Snoop Dogg e la super-funky “Energy”, brano dal mood solare e gioioso impreziosito dalla partecipazione di JMo & The Greats. Ancora groove funky in “Don’t Want To Get Up”, ma non sono da meno la dannatamente soul “Toxic Love” e la finale “Come Go With Me”, briosa, groovy e dal ritmo ipnotico.
Pur con qualche accelerazione di ritmo, “Walk With The Father” eccelle per la sua produzione che potremmo definire “laid back”, rilassata e che trae linfa dalla sua articolata orchestrazione live anni ‘70 e dalla calda voce di Charlie Bereal, che a tratti si lascia andare in brillanti falsetti con reminiscenze di Curtis Mayfield e Marvin Gaye. Forse la recente presenza di sonorità retrò nel mondo della black-music odierna potrebbe fare pensare che ci sia poca voglia di osare in produzioni contemporanee, quindi il rischio è quello di cadere nel revivalismo e nel già sentito. Ma questo disco di Charlie Bereal si dimostra un’operazione onesta e dignitosa, è sì un ripescaggio delle sonorità soul dei tempi che furono, ma il feeling c’è e anche la voglia di proporre musica di qualità. Nel mondo musicale come quello di oggi, spesso pieno di produzioni plastificate, queste sonorità old-school rappresentano un porto sicuro e quindi possiamo accogliere quest’ album di Charlie Bereal tra le più interessanti nuove uscite della nostra amatissima black-music. Big up Soul-Bro!
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Francesco Favano