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Daniel March Stoneflower

Daniel March – Stoneflower

Daniel March con Stoneflower dimostra di essere un degno figlio di Prince

Daniel March: un curioso connubbio tra il funk più innovativo del Prince anni 80 e la sensibilità acustica di Fink e Newton Faulkner. Il nuovo EP “Stoneflower”, in uscita oggi, contiene 4 nuovi brani, apparentemente differenti fra loro ma accomunati dalla grande ispirazione e sensibilità musicale a cui Daniel ci ha già abituati in passato. “Magic” è il singolo: ed è subito tutto viola, o meglio “Purple”. Sì perché qui c’è aria di Prince (l’idolo di sempre di Daniel) che si fa largo, senza troppa fatica, a colpi di rullante morbido ma cazzuto e riff a incastro e incalzanti. Un pezzo dal tiro incredibile che parla della magia creata dalla visione di una ragazza, forse la stessa Nina di cui parlava tempo fa nel suo primo EP del 2015, che scorre senza intoppi sfociando nel più classico ma mai scontato finale con assolo chitarristico ad evidenziare il culmine di sensazioni forti a cui ci ha ormai abituato.

Stoneflower Daniel March Cover
“Falling for you” ci fa distendere un attimo tirando indietro i bpm, mantenendo comunque costante un beat “muovi-collo” degno dei brani più soul e nu soul che si rispettino. Qui c’è il piano a guidare la banda con un modo laid-back naturale come non si sentiva ormai da qualche anno, abituati all’esasperazione del ritmo “indietro” di ispirazione D’angelesca. Il resto è un corollario Soul enciclopedico sapientemente gestito, mai banale, reso interessante dalla firma un po’ inconsapevole dell’ispirazione e aspirazione Folk di Daniel.

“End of a Romance” fa capolino in maniera misteriosa con il suo incedere rock di stampo californiano che viene edulcorata sul nascere dalla linea melodica di chitarra e voce, sempre sull’onda del folletto di Minneapolis ma più ruvido e psichedelico. Il ritornello invece entra in scivolata con accordi acidi e dissacranti a voler sottolineare la fine tragica di una storia d’amore.

A concludere l’EP c’è “Thought of you”, un brano dolce e avvolgente che mette la ciliegina sul gran bel lavoro di Daniel. Batteria melliflua e chitarre acustiche sognanti ci portano nel mondo dell’immaginario dell’autore, come cercasse di farci delineare con “segni sonori” una figura molto cara all’autore evidenziandone i particolari in maniera delicata ma vivida.

Ho avuto modo di conoscere Daniel di persona, oltre che musicalmente, grazie a Nicolò Mariani e al mio collega/amico Marco Volgare che nel 2015 sono stati la “sua” sezione ritmica per alcune gig nel nord Italia: un brevissimo lasso di tempo ma molto intenso.

Che dire? Una persona meravigliosa e ricca di sfumature, che si apre completamente al mondo grazie alla sua passione per la musica e al suo “saper fare musica” con naturalezza donando la sua arte senza vincoli né preclusioni. È questo ciò che traspare da lui e che fa trasparire ancora una volta con questo suo ultimo lavoro… e io non posso che accogliere tutto questo e divulgare di conseguenza.
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Diego Mariani

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