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Earth, Wind & Fire -Gratitude

Earth, Wind & Fire – Gratitude – Back in the Days

Oggi torniamo indietro di ben 45 anni, più precisamente al novembre del 1975, quando gli Earth, Wind & Fire pubblicarono il loro capolavoro Gratitude.

Reduci dal successo dell’album That’s The Way Of The World e dal flop del film omonimo, entrambi del 1975, nello stesso anno gli Earth, Wind & Fire tornavano a stupire con un doppio disco dal vivo (in tempi più recenti riunito in un unico cd) intitolato Gratitude. Questo loro lavoro venne inciso durante vari concerti realizzati negli Stati Uniti. Una chiara dimostrazione che se il loro standard qualitativo era brillante nei dischi in studio, altrettanto lo era durante i concerti, nei quali riuscivano a rendere anche al 200%.

In sedici brani (di cui cinque in studio, alcuni dei quali riletture di pezzi dall’album  precedente), Maurice White e compagni mostrano le loro grandi doti di fuoriclasse assoluti e una padronanza del palco davvero sorprendente, più di un’ora di grande groove ed energia. E tutto questo si può notare in indiavolati pezzi funky come il medley Africano/Power, Yearnin’ Learnin’ e Shining Star, contenuti nel precedente album e che qui acquisiscono maggiore potenza sonora, oltre che sciorinare groove al fulmicotone ai quali è impossibile resistere. Non sono da meno il funk-jazz di Sun Goddess, che gli Earth, Wind & Fire incisero con il mitico pianista Ramsey Lewis, la dannatamente soul e sensualissima Reasons, che valorizza al meglio il falsetto di Philip Bailey, oltre che donarci un impeccabile solo sassofonistico di Don Myrick. Eccellente anche la suite strumentale di nove minuti e mezzo New World Symphony, una vera babele di suoni, un caleidoscopio sonoro strabiliante in cui con disinvoltura si passa da ritmo africano a jazz, funk e rock. Per quanto riguarda i brani in studio meritano particolare menzione la frizzante e funkissima Sing a Song (che verrà riletta negli anni ’90 dalle belle voci dei Take 6 in una chiave meno ortodossa, ma comunque apprezzabile) e la ballata super-soul e intensa Can’t Hide Love, pezzo composto da Skip Scarborough nel 1973 per i Creative Source e che D’Angelo reinterpreterà nel suo Live At Jazz Cafè nel 1996. In questa canzone Maurice White e Philip Bailey si scambiano i ruoli di voci soliste, mentre il secondo sfodera nel finale un brillante e angelico solo vocale col suo consueto falsetto.

Cos’altro c’è da aggiungere? Possiamo dire che sia That’s The Way Of The World che questo live sono la consacrazione definitiva di una band eccezionale come gli Earth, Wind & Fire, dopo un paio di lavori d’esordio notevoli ma forse un po’ timidi. In circa 66 minuti (72 e rotti nella ristampa in cd in cui viene aggiunto un medley live del 1978) si viene catapultati in una dimensione sonora del tutto inusuale e stupefacente, grazie a un sound energico e che trova la sua grande forza in una sezione fiati corposa e travolgente, considerata insieme a quelle dei Tower Of Power e dei Chicago una delle migliori nel panorama musicale di ogni genere. Se cercate dell’ottima musica soul-funk dal vivo anni ’70, Gratitude è un album più che ottimo, un disco che conferma la grande importanza di questa band che ha sfornato lavori di grande livello artistico durante quel decennio. E, tanto per tradurre il titolo, noi non possiamo fare altro che esprimere la nostra gratitudine agli Earth, Wind & Fire per averci fatto sognare, ballare, emozionare con il loro grande groove. Lunga vita a Maurice, Philip, Verdine e soci! 

Francesco Favano

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