“White Jesus Black Problems” di Fantastic Negrito mette in risalto le più grandi contraddizioni di questo mondo, rivendicando il diritto ad essere liberi e uguali attraverso un amore apparentemente impossibile e un viaggio sonoro che non ha eguali tra soul, rnb, funk, rock e psichedelia.
E’ una storia particolare quella di Fantastic Negrito, protagonista di questo nostro nuovo articolo qui su The Italian Soul. Vero nome Xavier Dphrepaulezz, nato in Massachussets, classe 1968, ottavo di 15 fratelli, si trasferisce negli anni ‘80 a Oakland, in California. Scappato da casa, vive le problematiche della vita di strada e allo stesso tempo scopre il suo grande amore per la musica. Impara a suonare diversi strumenti e comincia a comporre le sue prime canzoni con il nome d’arte di Xavier. Grazie a un master, recapitato a Joe Ruffalo, manager storico del mitico Prince, riesce a essere contrattualizzato dalla Interscope Records e nel 1996 pubblica il primo album intitolato “The X Factor”
Il disco, pur contando sui contributi di artisti come The Fugees, Arrested Development, De La Soul e Blackstreet , si rivela però un clamoroso flop. L’etichetta lo mette in stand-by e tre anni dopo Fantastic Negrito rimane vittima di un incidente stradale in cui rimane in coma per tre settimane. La Interscope gli dà il benservito e allora il musicista ricomincia da capo, suonando in vari locali e facendo tanta gavetta. Fin quando poi nel 2007 decide di cambiare vita, vende i suoi strumenti, acquista un fazzoletto di terra, mette su famiglia e riprende a investire le sue energie su nuova musica da produrre, una musica che possa simboleggiare la sua svolta. Dal 2014 a oggi pubblica 4 pregevoli album, premiati con vari Grammy e in cui dà sfogo al suo sorprendente e delizioso cocktail di soul, funk, R&B, blues, rock e psichedelia, attraverso testi di spessore che narrano le varie problematiche sociali. Oggi vi parleremo del suo nuovo lavoro, uscito ai primi di Giugno e che si intitola “White Jesus Black Problems”.
Anche qui l’impegno sociale è protagonista assoluto e il suo stile multiforme acquista maggiore linfa. Il filo conduttore di questi 13 brani è la storia d’amore tra i suoi antenati, la serva bianca scozzese Elisabeth e il servo di colore Courage, ambientata nel 1756 in Virginia, una storia d’amore impossibile per quell’epoca, caratterizzata dai pregiudizi razziali. Basta farsi rapire da pezzi come “Highest Bidder”, dall’accattivante groove tra funk e afro-beat, oppure “They Go Low”, graffiante frecciata al sistema statunitense con arrangiamento super-soul, per capire al meglio le grandi ambizioni di questo disco. C’è anche spazio per la solare e funkeggiante “Nibbadip”, il rock-blues di brani come “Trudoo” e “Oh Betty” e le atmosfere intense e gospel di “Man With No Name”. Per il resto ci troviamo di fronte a una scaletta eterogenea ma compatta allo stesso tempo, ricca di grande groove, molto ben strutturata armonicamente.
Fantastic Negrito utilizza la musica come strumento di ribellione alle storture della società statunitense e la scelta di proiettare la sua macchina nel tempo nel 1756 serve a farci capire come ancora oggi ci sia molto da lavorare per abbattere i pregiudizi razziali, le diseguaglianze, il perbenismo e l’ipocrisia della classe dominante, che in poche parole tante cose non siano poi tanto cambiate guardando ai giorni nostri. E la sua arte si fa strumento di rivalsa e di riscatto contro ogni ingiustizia. Le stesse che Fantastic Negrito ha vissuto sulla sua pelle durante la vita di strada e che alla fine lo hanno portato, con tenacia e determinazione, a poter risorgere dalle proprie ceneri dedicando anima e cuore alla musica. E noi siamo molto contenti per lui e siamo anche molto lieti di poter aggiungere “White Jesus Black Problems” alle novità più interessanti per quanto riguarda la nostra amata soul-music, quella che ci fa riflettere e che ci fa sempre credere in un mondo migliore. Welcome back Xavier!
Francesco Favano