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Funkadelic – Maggot Brain

Nel 2021 il capolavoro dei Funkadelic Maggot Brain compie cinquant’anni, ma ancora oggi rimane un’opera estremamente attuale

Suona come se tua madre fosse morta”. Fu questa la raccomandazione che George Clinton fece al suo chitarrista Eddie Hazel, durante le realizzazioni di Maggot Brain, disco che quest’anno ha compiuto cinquant’anni e che tratteremo oggi qui su The Italian Soul. Il lavoro viene concepito dopo che lo stesso Clinton aveva rinvenuto il cadavere di suo fratello in un appartamento di Chicago. Dissacratori e portatori dell’orgoglio “black”, i Funkadelic nascevano parallelamente ai Parliament. Se questi ultimi erano più funky e soul in senso classico (e con un tocco di fantascienza in più), i primi invece portavano il funk in un’altra dimensione, con influenze debitrici dei mitici Jimi Hendrix e Frank Zappa, un funk ibridato con soul psichedelico e ulcerose chitarre acid-rock. A tutto questo si aggiungono testi visionari, irriverenti e di denuncia contro il materialismo, il caos quotidiano e le storture della società.

Maggot Brain arriva terzo nella discografia del gruppo dopo gli ottimi esordi del 1970, l’omonimo e Free Your Mind…And Your Ass Will Follow, e porta ad alto compimento ciò che era stato già pensato nei precedenti lavori. Il disco si apre con la title-track, caratterizzata dall’assolo killer di Eddie Hazel, realizzato in una sola ripresa, per poi dare spazio alla bluesy Can You Get To That, in cui troviamo anche cori gospel. In Hit It And Quit That protagonista principale è ancora Eddie Hazel, che nel finale ci regala un bellissimo assolo, mentre l’amore interraziale viene celebrato in You and Your Folks, Me and Your Folks, che si avvale di una incisiva ritmica tribale. Super Stupid è invece un brano che porrà le basi per ciò che faranno nei decenni successivi artisti come Lenny Kravitz e Living Colour, perfetto incrocio tra funk e rock e con protagonisti ancora i funambolici assoli di Hazel. Back In Our Minds ci traghetta verso quello che è il pezzo forte di tutto l’intero lavoro, i 9 minuti e 30 di War Of Armageddon, composizione che merita un discorso a parte. Questa traccia, infatti, è una specie di apocalisse sonora funky in cui a farla da padrone è un collage di suoni e rumori. Organi indiavolati e lisergici, percussioni, versi di animali, orologi si fondono e si sovrappongono agli assoli di Hazel, quasi come a volerci raffigurare una sorta di giorno del giudizio universale, fino a culminare in un’esplosione nucleare.

Ogni brano parla da solo in Maggot Brain. George Clinton e soci riescono a scuotere le menti, ad ammutolire i benpensanti, creando un lavoro sanguigno e coerente, capace di ritagliarsi il suo più che degno spazio tra gli album soul-funky e di tutta la bella musica di ogni tempo. Beffardi e sostenitori dell’orgoglio razziale, i Funkadelic hanno sempre cercato di contraddistinguersi dalla massa, grazie alla loro musica al vetriolo capace di conciliare soul-funk e rock psichedelico come pochi altri, portando in un’altra dimensione ciò che aveva creato il mitico Jimi Hendrix. Il loro suono simboleggia l’interrazialità, abbatte le barriere tra generi attraverso una contaminazione corretta e felice. Come abbiamo detto nell’incipit, George Clinton disse al suo chitarrista Eddie Hazel “Suona come se tua madre fosse appena morta”. Guarda caso, quest’ultimo morirà nel 1992 e proprio al suo funerale verrà eseguita Maggot Brain. Una vera testimonianza di come questo disco sapesse essere proiettato nel futuro. Anche musicalmente lo era, in quanto darà vita al crossover che farà la fortuna di artisti come Prince nel decennio successivo, fino ad arrivare a gruppi come Living Colour, Red Hot Chili Peppers e i francesi F.F.F. Possiamo quindi dire che Maggot Brain sia un disco irrinunciabile per ogni appassionato di black-music che si rispetti, un’opera che può tranquillamente sedere accanto ad album blasonati come quelli dei suoi coevi Sly & The Family Stone, tanto per fare un esempio. Lunga vita a George Clinton e i suoi amici, grazie sempre per le grandi emozioni e per il vostro groove!

Francesco Favano 

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