Note di Soul Jazz in “Warlord Of The Weejuns”, il nuovo album di Goya Gumbani, rapper nato a Brooklyn e trasferito a South London.
Una novità molto interessante, per quanto riguarda la nostra amatissima black-music, che vogliamo proporvi oggi, è il nuovo album di Goya Gumbani, intitolato “Warlord Of The Weejuns”. Lui è nato a Brooklyn e sin dall’adolescenza si trasferisce in Inghilterra, nel sud di Londra, per essere più precisi. Ed è proprio lì che comincia a farsi le ossa musicalmente, respirando il grande fermento della black-music made in UK. Esordisce nel 2018, con un EP dedicato alla sorella allora scomparsa. Prosegue poi con “Face In The Storm”(2022) e “When The Past Bloomed”(2023). “Warlord Of The Weejuns” è il nuovo album fresco di uscita ed è protagonista del nostro nuovo articolo di oggi. Goya Gumbani è un ottimo rapper dotato di flow morbido ma groovy al tempo stesso, oltre che di una vocalità pacata e uno stile che gioca a cavallo tra il rap più canonico, lo spoken-word e lo storytelling.
Questo suo nuovo lavoro risente di marcate influenze jazzistiche, forte anche di una musica suonata live grazie ad alcuni dei più bravi musicisti della nuova scena londinese come Joe Armon-Jones, Swarvy, Franky Bones, Dan Diggers, Alejandro Śanchez, Maxwell Owin, Omari Jazz, Les Lockheart e Zalente, tra gli altri. In 16 tracce veniamo deliziati da della musica impeccabile, viscerale e carica di groove che ci riporta alle sonorità neo-soul jazzate tipiche dei primi anni ‘2000, con chiari riferimenti a nomi come J-Dilla, D’Angelo, Common, tanto per fare alcuni esempi. Troviamo tracce come “Beautiful BLACK”, sulla consapevolezza appunto della propria blackness, oppure “Crossroad(s)”, con il suo groove morbido e incalzante al tempo stesso. Degne di nota anche “Firefly”, impreziosita dalla calda voce di Fatima che ci riporta alla migliore Jill Scott, e “Chase The Sunrise”, con rimandi allo stile di The Floacist e delle Floetry e con le partecipazioni di Yaya Bey, Iojii e di nuovo Fatima. Ottime anche “Manuva(s)” e “Mind, Body & Spirit”, dalle atmosfere soffuse e rassicuranti e con note pianistiche “glasperiane”. Per il resto a farla da padrona in questo disco è un’atmosfera dai toni morbidi ma pregna di groove, per una musica sì di gran classe, ma mai leziosa e né tantomeno patinata.
L’amore per il neo-soul della seconda metà degli anni ‘90 / primi anni ‘2000 qui traspare più chiaro che mai, grazie anche alla massiccia presenza di piano Rhodes, tromba dalle tinte cool-jazz e ritmi di batteria granitici e a tratti singhiozzanti, capaci di riportarci alle migliori produzioni di J-Dilla. Questo dimostra quanto il neo-soul di quei periodi abbia lasciato un’impronta più che notevole e indelebile, arrivando quindi a fare proseliti tra i musicisti di nuova generazione. Goya Gumbani si dimostra un rapper di gran pregio, stiloso, soulful, forte anche di un songwriting incisivo e brillante, una chiara dimostrazione che il rap può anche assumere dignità, diventando un mezzo per comunicare concetti di spessore significativo e soprattutto senza dimenticare il buon gusto per la musica soul suonata con maestria e con grande anima, passione e calore. “Warlord Of The Weejuns” si rivela un disco capace di allietare gli appassionati del rap di matrice jazzata e del neo-soul dei suoi tempi migliori, oltre che della scena jazz contemporanea. In un panorama odierno, forse un po’ altalenante, è sempre possibile trovare qualcosa in grado di alzare l’asticella della qualità musicale e Goya Gumbani e questo disco ne sono un perfetto esempio.
Francesco Favano