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Jimmy Lee - Raphael Saadiq

“Jimmy Lee”, il grande ritorno di Raphael Saadiq

Torna Raphael Saasiq con un grande album dal titolo “Jimmy Lee”

Uno dei ritorni più interessanti per quanto riguarda la scena soul/R&B contemporanea è sicuramente quello di Raphael Saadiq con l’album “Jimmy Lee”.
Classe 1966, californiano, all’anagrafe Charlie Ray Wiggins, è uno dei più importanti portabandiera del neo-soul, una carriera iniziata verso la metà degli anni ’80 quando fu scoperto da Prince e Sheila E che lo vollero come supporter del “Parade Tour” nel 1986.
In quel periodo, insieme al fratello Dwayne e al cugino Timothy Christian  Riley, fonda i Tony!Toni!Tonè! con i quali incide 4 pregevoli album. Segue poi una fertile attività come produttore per nomi come D’Angelo, Erykah Badu, The Roots, Macy Gray e tanti altri di spicco della scena black anni ’90, oltre che la parentesi coi Lucy Pearl (con Dawn Robinson delle En Vogue e Ali Shaheed Muhammad dei Tribe Called Quest) e un’interessante carriera solista iniziata nel 2002 con l’album “Instant Vintage”. Verso la fine degli anni ‘2000 e inizio 2010 si è dedicato, con ottimi risultati, al retro-soul con brillanti lavori come “The Way I See It”(2008) e “Stone Rollin”(2011), ricchi di atmosfere Motown e retrò e in cui vengono impiegati archi e sezione fiati.

Seguono 8 anni di pausa discografica, anni nei quali il nostro non si è seduto sugli allori, tra produzioni e collaborazioni per Solange, Mick Jagger, Elton John, Miguel, John Legend, ma anche problemi personali e familiari come la perdita di uno dei  suoi fratelli per motivi legati alla tossicodipendenza. Questa è una delle tematiche trattate nel nuovo album “Jimmy Lee”, ma si aggiunge anche tanta introspezione e la voglia di andare avanti più forti di prima nonostante tutto. Musicalmente il lavoro si discosta dai penultimi, il retro-soul viene accantonato a favore di un suono più contemporaneo e cupo, adatto a mettere in risalto i temi trattati.

Ad aprire ci pensa “Sinner’s Prayer”, appunto una preghiera accorata per chiedere perdono per sé e per chi vive una vita di male e peccato, mentre “So Ready” si fa apprezzare per via del suo groove anni ’80 con tanto di basso in primo piano e tastiere clavinet.
Le influenze di Stevie Wonder e Michael Jackson vengono maneggiate in una chiave del tutto personale. Da non dimenticare tracce come “The World Is Drunk” e il singolo apripista “Something Keeps Calling”, con una vena vagamente rockeggiante grazie a un efficace solo chitarristico di Rob Bacon, musicista che ha collaborato diverse volte con Saadiq. Ben riuscito anche il blues-gospel della breve “Belongs To God” che vede la partecipazione di Reverend E.Baker, zio di Raphael e caratterizzato da un sound retro-moderno, quasi come una fusione tra le sonorità dei penultimi lavori e il nuovo.

Kendrick Lamar ci offre un notevole inserto rap nella conclusiva “Rearview”, mentre il monologo dell’attore Daniel J.Watts in “Rikers Island Redux” tratta il tema delle condizioni dei detenuti nelle varie carceri statunitensi. “Jimmy Lee” ci regala un Raphael Saadiq in gran spolvero, un uomo che nonostante il dolore familiare vissuto negli ultimi periodi, non ha paura di mettersi a nudo e interrogarsi sui mali della società. Il tutto con la forza di sperare in positivo e riuscire ad andare avanti a testa alta. Questo nuovo lavoro mostra anche la sua grande versatilità, di un uomo che sin dagli esordi con i Tony!Toni!Tonè! si è sempre adagiato su un ottimo standard qualitativo, mostrandosi sempre coerente alla sua arte senza restare prigioniero di un unico sound, rinnovandosi e reinventandosi di volta in volta. Il suo contributo al soul/R&B anni ’90 gli è valso vari apprezzamenti da parte della critica, oltre che Grammy Award e l’inserimento tra le 100 persone più influenti al mondo nella rivista Time del 2012. Caro Raphael, non ci resta che ringraziarti per questo nuovo disco, attendere 8 anni ne è valsa la pena! Welcome back bro!

Francesco Favano

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