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Judith Hill

Judith Hill

Vi raccontiamo l’ultima scoperta di Prince, la cantante nippo-americana Judith Hill.

È da qualche anno che i talent show musicali sono diventati una vera e propria mania, più o meno in tutto il mondo. C’è chi li critica aspramente, vuoi per il messaggio che passano o per la qualità spesso scadente della musica proposta, e chi li loda, poiché possono fornire una grossa vetrina a persone talentuose ma con pochi mezzi. Io, personalmente, sono storicamente stato dalla parte dei detrattori e ancora adesso non posso dire che il concetto di talent mi entusiasmi; ultimamente, però, alcuni fatti mi stanno mettendo piuttosto in difficoltà su questo punto. Per prima cosa, restando in Italia, non posso non citare l’ascesa a X Factor 9 del nostro amico Davide Sciortino, che noi di The Italian Soul conosciamo da parecchi mesi grazie alla sua band Retrospective For Love, e che sta portando la nostra musica preferita davanti ad un pubblico storicamente poco incline ad ascoltare black music come quello italiano. E poi c’è la bellissima storia che arriva da “The Voice” (edizione americana) e che vede protagonista Judith Hill.
Judith Glory Hill nasce a Los Angeles il 6 maggio 1984. Fin dall’infanzia vive letteralmente immersa nella musica: la madre è una pianista classica giapponese, innamorata di black music e sposata (non a caso) con un bassista funk afroamericano, il padre di Judith. Possiamo immaginare, visto il background, quali fossero gli ascolti della futura cantante fin dalla più tenera età. Fu quindi naturale per lei approcciarsi, non appena le fu possibile, al pianoforte ed al canto.
Il talento non le è mai mancato, la tecnica neanche, la cultura musicale meno che mai, ma per Judith la strada per il successo non è stata né breve né semplice. Per diversi anni ha fatto da corista per alcuni dei più importanti gruppi e artisti americani, tra cui Stevie Wonder, The Roots, Michael Jackson ed Elton John: sempre su grandissimi palchi, ma mai da protagonista. La sua storia, insieme ad altre, è raccontata nel film ’20 Feet from the Stardome’, una fotografia sui sacrifici e le fatiche dei ‘backup singers’ di alcuni dei più grandi artisti del nostro tempo.
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Nel 2013 arriva la vera svolta per Judith. Decide di partecipare a “The Voice” seguitissimo talent musicale, nel tentativo di uscire all’ombra in cui era vissuta fino ad allora. Già dalla prima esibizione conquista il pubblico con la sua voce espressiva, pastosa e piena di soul, candidandosi da subito alla vittoria finale: la superiorità tecnica e artistica della Hill d’altronde è evidentissima.
E invece no: Judith viene eliminata. Uno shock, per lei e per coloro che la seguivano e la supportavano. L’eliminazione però è quasi un colpo di fortuna, dato che riceve moltissima attenzione dai media e dal pubblico. Arriva così il primo contratto discografico per la cantante, con la Sony che la ingaggia senza pensarci più di tanto. Per Judith è la prima vera possbilità di far sentire la propria voce come solista. È il 2013 e i suoi fan non aspettano altro che il suo primo album. Invano. Due anni dopo, a inizio 2015, Judith non ha ancora pubblicato quasi niente, se non sporadiche collaborazioni o apparizioni in compilation e colonne sonore. Ovviamente c’è una ragione per tutto questo silenzio, e questa ragione si chiama Prince.
“…Feci un’intervista in cui c’era una domanda su quale sarebbe stata la collaborazione dei sogni. Io risposi ‘Prince’, senza esitazioni. Dopo due settimane mi chiamò personalmente: dissi ‘pronto’ e lui rispose ‘Judith?’. Sapevo che era davvero lui ed ero incredibilmente eccitata ed elettrizzata…”
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Insomma, come avrete capito la storia di Judith con la Sony duró poco. Prince infatti la convinse, non molto tempo dopo aver firmato il contratto, a farsi produrre il ‘rookie LP’ da lui, attirandosi tra l’altro le ire (e una causa in tribunale) del colosso discografico. Judith passò quindi diversi mesi a Paisley Park a lavorare con il Folletto e con i suoi musicisti di fiducia sul disco. È stato proprio Prince, questa primavera, ad annunciare l’uscita in free download limitato di “Back in Time”, il primo album di Judith Hill, uscito ufficialmente, in digitale e fisico, solo questo venerdì.
L’album è un concentrato purissimo di funk, soul ed r&b, con moltissimi richiami alla ‘old school’ e qualche spunto più moderno. L’influenza di Prince è ovviamente fortissima, ma la cosa, personalmente, trovo che sia ottima, visto il grande feeling artistico che scorre tra i due cantanti. Si potrebbe dire, con un po’ di malizia, che “Back in Time” è effettivamente uno dei migliori album del Folletto di Minneapolis (impegnato nel disco come produttore, corista e musicista) da qualche anno a questa parte. D’altronde pezzi come “As Trains Go By”, “Torn Up” o “My People” (solo per citarne alcuni) sono delle piccole grandi perle, anche grazie al contributo artistico e alla splendida interpretazione di Ms. Hill.
Posso dirlo senza patemi: “Back in Time” si candida ad essere nella mia personale Top10 di LP usciti nel 2015. Ciò mi costringe a rivedere qualcosa dell’opinione che ho sui talent show. Non si può infatti negare che, se Judith non avesse partecipato a “The Voice”, probabilmente non sarebbe mai salita alla ribalta (o comunque non in maniera così plateale), e non sarebbe stata quindi contattata da Prince.
Probabilmente non diventerò mai un fan sfegatato di questi programmi, che ritengo comunque abbiano i loro lati oscuri dal punto di vista educazionale e della qualità, ma ben vengano storie come quella di Judith, per qualche mese portavoce del soul dinnanzi al grande pubblico.
 

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