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Kanye West – My Beautiful Dark Twisted Fantasy

Dieci anni fa usciva uno dei più grandi dischi hip hop contemporanei, My Beautiful Dark Twisted Fantasy di Kanye West.

5 novembre, 2010. Ustream.tv
Kanye West promuoveva così il suo nuovo disco. Dire “disco” è decisamente riduttivo. Kanye West era in conferenza stampa da casa sua, in diretta streaming, presentando quello che poi diventerà il suo sforzo musicale più grande e completo, la sua più grande opera d’arte, il suo assoluto Magnum Opus, My Beautiful Dark Twisted Fantasy

Da come lo sto descrivendo si potrebbe pure supporre che io sia di parte, ma tutti la pensano così. Da DjBooth a Rolling Stone, da Billboard a probabilmente te che stai leggendo. Non ricordo benissimo il primo disco che acquistai, ma ricordo esattamente quando comprai questo album. Vivevo ancora a Pisa e presi tre autobus per arrivare al MediaWorld (sì, ne bastavano due, ma sbagliai direzione ad un certo punto…). Riuscii pure a non sfogliarlo sul viaggio di ritorno. La mia curiosità si era ingigantita enormemente. Noi in Italia dovevamo aspettare una settimana per poter avere i dischi e quella fu la settimana più lunga dell’anno, mentre Twitter già diceva la sua e i forum già analizzavano e teorizzavano. Io cercavo semplicemente di evitare gli spoiler. A parte il leak di Power, non avevo ascoltato nient’altro. Normalmente non ascolto i singoli, per non rovinarmi l’ascolto completo di un disco. Racconto la storia dell’acquisto di questo album perché inconsapevolmente… Non comprai l’album. Entro in casa al volo, diretto verso lo stereo. Spacchetto: i colori, il packaging, il design, le diverse copertine intercambiabili e soprattutto non censurate. Tutto fantastico. I caratteri, il booklet che in realtà è un poster, prendo il cd e lo inserisco nel lettore… “Impossibile leggere il disco”. Ebbene sì, comprai il cortometraggio. Tanto meglio, mi sarò visto il film, con l’album come colonna sonora innumerevoli volte.

Questo disco ha incoronato uno dei più grandi pazzi e furiosi geni della musica di questo secolo, permettendogli di celebrare il suo apice artistico. Sin dall’introduzione e dal passaggio alla prima strofa del disco. Le strutture uniche e poco ortodosse, che se ne sbattono di quelli che erano i canoni “radiofonici” e quant’altro. I testi e le produzioni. Kanye West non si è mai messo così a nudo dando tutto se stesso: arrogante, carismatico, Dio in Terra, materialista, poeta, spaventato, bastardo, vero. La quantità di punchline che si potrebbero ricavare da questo album basterebbe per riempire tutte le didascalie delle vostre foto su Instagram. La lista dei collaboratori è esplosiva e assolutamente fantastica. C’è chi ritiene che la strofa di Nicki Minaj in Monster sia la miglior strofa di tutta la sua carriera. Charlie Wilson che canta su un pezzo, ma poi si ritroverà in un altro. Al posto di campionare Bon Iver, Kanye lo ha invitato in studio a ri-arrangiare il brano.

Insomma, potrei parlare di così tante cose, ma ancor più cose sono segrete e nessuno le saprà mai. Perché tutto il disco è stato concepito e registrato alle Hawaii, dove hanno vissuto tutti quelli che hanno partecipato alla sua realizzazione. E le regole erano ferree, soprattutto quando si trattava di “no photos, no tweets”. Per questo si sa molto poco, ma forse è per questo che questo album funziona. Kanye West disse a Rolling Stone che voleva soltanto portare il rap ad un livello superiore e fonderlo con il resto delle arti contemporanee. Per questo disco, Kanye si fece da parte, facendo parlare solo la musica, unica vera protagonista.

“They re-write history, I don’t believe in yesterday.”

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