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Kurt Elling - SuperBlue - The Italian Soul Blog

Kurt Elling – SuperBlue

Kurt Elling. Charlie Hunter. DJ Harrison. Corey  Fonville. Ecco, metteteli insieme in una sala d’incisione: cosa ottenete?

Kurt Elling. Charlie Hunter. DJ Harrison. Corey  Fonville. Il primo è uno dei cantanti jazz più incensati della nostra epoca. Il secondo un eclettico chitarrista, che ha tra l’altro preso parte all’incisione di una pietra miliare come Voodoo di D’Angelo. Gli ultimi sono tastierista e batterista dei Butcher Brown, una delle band R&B/neo soul/R&B più in voga del momento. Ecco, metteteli insieme in una sala d’incisione: cosa ottenete? La risposta sta nel paragrafo sottostante, ma si può condensare in una sola parola: SuperBlue. 

Questo è infatti il titolo dell’album che vede protagonisti questi quattro straordinari musicisti, anche se pubblicato a nome di Elling. Un disco che si allontana dalla (apparente) comfort-zone del cantante di Chicago, ovvero quella del jazz più mainstream, per avventurarsi in un mondo fatto di sonorità molto più neo soul, hip hop e funk. Interessante anche la genesi di questo disco, che ha visto Charlie Hunter come “anello di congiunzione” tra Elling e i due membri dei Butcher Brown; un lavoro forzatamente a distanza a causa delle restrizioni dovute al Covid-19. Hunter ha quindi inciso le strumentali insieme a DJ Harrison e Corey Fonville, per poi sottoporle ad Elling in un secondo momento e in un altro studio.

Sin dalla prima nota si nota come sarà il groove a fare da padrone. Si parte con la title-track un brano super tight in pieno stile Butcher Brown, rifacimento di un pezzo di Benard Ighner. Altra cover è Sassy, secondo pezzo dell’album e vecchio successo dei Manhattan Transfer, gruppo con cui tra l’altro Elling incise l’album Swing nel 1997. Music Panic Epiphanic è il primo inedito del disco, brano più funk/soul che ricorda un po’ lo stile di alcuni successi dei Vulfpeck. Where To Find It è un originale riarrangiamento di una leggenda del jazz come Wayne Shorter, mentre il brano successivo, Can’t Make It With Your Brain, altro inedito, torna a farci torcere le budella col suo carico di groove. Approdiamo alla seconda metà dell’album con The Seed, il tormentone che rese famoso Cody ChesnuTT insieme ai The Roots una ventina di anni fa, qui in una versione con poco da invidiare all’originale. Dopo il terzo inedito Dharma Bumsarriviamo al terzultimo brano, Circusforse il brano più funk e groovoso dell’intero album, sul quale Kurt Elling recita il testo di un brano omonimo di Tom Waits. Chiudono Endless Lawns di Carla Bley, il pezzo più intimo ed etereo di SuperBlue, e il quarto brano originale dell’album, This Is How We Do.
Con una line-up del genera era difficile non aspettarsi l’eccellenza. E così è stato, fortunatamente. La voce da crooner e la capacità di storytelling di Elling si sposano benissimo con il funk fresco e graffiante degli altri tre elementi della band, regalando momenti memorabili a tutti gli amanti del genere. In questo disco trovarete del nuovo in ciò che gli Stati Uniti sanno offrire da più di cinquant’anni: funk, soul e R&B della massima qualità, che non vi permetteranno di stare fermi per più di pochi secondi. Che fai, non lo ascolti?

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