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Baduismo - Baduizm - Erykah Badu

La nascita del Baduismo – Back In The Days

Nel Febbraio 1997 nasceva il Baduismo (Baduizm) di Erykah Badu.

Il Baduismo. Durante la seconda metà degli anni ’90, dopo il precedente decennio dominato dall’elettronica new-wave e dopo i suoni new-jack swing sintetici di fine anni ‘80/primi anni ’90, si assiste a un recupero delle sonorità soul del passato rilette in chiave moderna. Artisti come Meshell Ndegeocello, D’Angelo, Maxwell e i Tony!Toni!Tonè (quelli di “Sons Of Soul” e “House of Music”) avevano dato nuova linfa al soul  con un occhio puntato al recupero degli anni ’70 e allo stesso tempo proiettato al futuro. Nel Febbraio 1997 a questi si aggiunge anche una graziosa ragazza con un’innata sensibilità artistica. Il suo nome è Erica Abi Wright, nata a Dallas, classe 1971,  in arte Erykah Badu. Il suo modo di presentarsi era una chiara dimostrazione di ciò che avrebbe comunicato musicalmente. Un look fatto di turbanti e vesti africaneggianti per sancire un legame con la Madre Africa, ma che allo stesso tempo ricordava grandi donne soul-jazz del passato come per es. Nina Simone. E anche la musica della Badu portava con sé il dolore, le gioie e la voglia di rivoluzione pacifica della sua gente.

https://youtu.be/-CPCs7vVz6s

Nasce così il cosiddetto “baduismo”. Introspezione, tematiche sociali/sensuali/ amorose, misticismo, afrocentrismo, tradizione soul-jazz-blues e nuovi ritmi hip-hop sono le coordinate sulle quali si muove quest’opera prima, che ancora oggi suona fresca a distanza di 23 anni. A rendere prezioso il tutto spiccano brani come il singolo “On & On”, caratterizzato da una base scarna e incisiva al tempo stesso, la sensuale e morbida “Appletree” e la jazzy “Otherside Of The Game”. Quest’ultimo pezzo si avvale della produzione e dell’arrangiamento dei Roots e di un testo che racconta di una giovane coppia alle prese con le problematiche razziali del periodo. La band di Philadelphia si occupa anche della produzione di “Sometimes”,  dall’incedere ipnotico, mentre “Next Lifetime”, altro singolo portante, ci parla delle avances di un uomo con una donna già impegnata in un’altra relazione. A lui risponde “I guess I’ll see you in next lifetime”(mi auguro di ritrovarti nella prossima vita). Il jazz-blues tradizionale la fa da padrone nell’interludio “Afro (Freestyle Skit)” e nella swingante “Certainly”, ma non è da meno  “Drama”, un’accorata riflessione sui mali della società. A tutto questo bisogna rispondere alzando gli occhi al cielo e invocando Dio, oltre che educare le future generazioni all’umanità, alla saggezza e alla consapevolezza, come dice nei versi “Listen people listenLift up your hearts to GodLift up your soulTeach your children wisdomReality today so they can live tomorrow…”. “Baduizm” arriverà al numero 2 della classifica generalista di Billboard e verrà premiato con un triplo disco di platino.

https://youtu.be/HEPo3DEBtUI

A suggellare questo successo farà il suo ingresso nello stesso anno  una versione live, quasi come un sequel ma con l’aggiunta di nuove versioni degli stessi brani più una manciata di cover e inediti, un disco anch’esso carico di anima e calore soul. Successivamente l’artista texana proseguirà con “Mama’s Gun”(2000) e altri lavori capaci di scuotere e sorprendere gli amanti del neo-soul di qualità. Erykah Badu è un’artista dotata di grande personalità, un personaggio sui generis, trasgressivo, moderno e tradizionale allo stesso tempo, oltre che una libera pensatrice. Dotata di una vocalità scarna e graffiante allo stesso tempo e con vaghe reminescenze di Billie Holiday, in quel periodo è riuscita a imporsi con uno stile raffinato e inconfondibile, portando una ventata di freschezza alla scena soul/R&B dell’epoca.

 

Molte voci negli anni a venire impareranno molto da lei, forte anche del segno che ha lasciato questo suo capolavoro e di uno stile che ancora oggi continua a dare lezioni di buona musica alle nuove generazioni. A dispetto dei suoi 23 anni (portati splendidamente) il “baduismo” si può dire che sia ancora più vivo che mai e dimostra come senza dimenticare la storia e le radici si può creare qualcosa di futuristico capace di resistere alla prova del tempo. Lunga vita a Queen Erykah!!

Francesco Favano

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