Princesses Nubiennes, il disco d’esordio del duo francese Les Nubians
La grande forza della musica soul è sempre stata quella di essere universale. Infatti, spesso si trova del soul anche in altre latitudini del mondo, con un idioma differente dall’inglese. E’ il caso della lingua francese e, come ben sappiamo, esiste anche una ben nutrita cerchia di black-music francofona, basti pensare alla scena hip-hop, ma anche al soul e all’R&B. Abbiamo avuto in passato il duo delle Native, K-Reen (all’epoca risposta francese a Mary J.Blige), le Melgroove, in tempi più recenti Ben L’Oncle Soul e anche alcuni esponenti del soul canadese. Il duo protagonista dell’articolo di oggi risponde al nome Les Nubians ed è formato da due sorelle franco-camerunensi, Celia ed Helene Faussart. Si sono imposte al grande pubblico con il bellissimo esordio “Princesses Nubiennes”, del quale vi parleremo oggi, precisamente del 1998. In un periodo in cui la scena neo-soul assisteva all’ascesa di D’Angelo, Erykah Badu e Lauryn Hill, le due sorelle tirano fuori un gioiellino che ingloba soul, jazz, hip-hop, ritmi africani uniti ad un tocco di French Touch. Infatti il disco è cantato in lingua francese, lingua perfetta metricamente per queste sonorità, e che aggiunge ulteriore raffinatezza al genere.
Tra le tracce degne di nota come non citare “Demain”, un inno di speranza alla pace e alla liberazione dei popoli del mondo, e le atmosfere dense e soffuse di “Les Portes du Souvenir”. Il singolo “Makeda”, caratterizzato da un morbido e sinuoso beat hip-hop e da belle parti di flauto africaneggiante, è un inno appunto a Makeda, la Regina di Saba, della quale vengono celebrate la sua ancestralità e la forza della sua femminilità e del suo essere stata rivoluzionaria. Convincente anche la cover vagamente reggaeggiante di “The Sweetest Taboo”(dal repertorio di Sade), qui nominata “Tabou”, in cui c’è anche un efficace inserto rap di Casey, mentre “Sugarcane” tratta il tema della schiavitù del popolo africano nell’America dell’Ottocento. Pur essendo un disco di soul in lingua francese, “Princesses Nubiannes”, grazie al singolo “Makeda”, riscosse successo anche nel mercato statunitense. Dopo questo lavoro seguirà l’altrettanto ottimo “One Step Forward”(2003), che si avvale dei contributi di Alborosie, Manu Dibango, Morgan Heritage e Talib Kweli e che aggiungerà al sound delle Nubians anche influenze reggae e bossanova, pur mantenendo la cifra stilistica del neo-soul. Il groove delle sorelle Faussart è la chiara dimostrazione di come il soul possa sempre incontrare altre latitudini, mostrandosi cosmopolita e rendendosi moderno, grazie ai beat e ai suoni urban e hip-hop, e allo stesso tempo riportandoci all’ancestralità della Madre Africa. Il tutto grazie anche a messaggi che sono inni alla magia della positività e che spaziano tra le gioie della vita, della vita di coppia, dell’amore per la musica e lanciano messaggi conscious potenti come macigni e capaci di arrivare dritti al cuore. E quindi noi non smetteremo mai di ringraziare le sorelle Faussart per averci donato la loro ottima musica e non ci resta che immergerci nell’ascolto di “Princesses Nubiannes”, un disco che, a distanza di 25 anni, riesce a mantenere la sua freschezza e la sua classe.
Francesco Favano