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McClain SUllivan

McClain Sullivan

McClain Sullivan, un concentrato di talento e originalità.

Non è raro per noi ricevere segnalazioni di artisti bravi e spesso non molto conosciuti, almeno in Italia. Alcuni di questi musicisti però ci stupiscono particolarmente per talento, musicalità e originalità del sound. Uno di questi casi è quello di McClain Sullivan. Nata a Seattle, nello stato di Washington, si dimostrò sin da piccola quasi più propensa al canto che alla parola. Innamoratasi da adolescente di generi come funk, soul, jazz, hip hop, folk e rock, in realtà la prima esperienza di McClain avvenne in un coro classico. Pur trovandolo divertente, la piccola futura cantante sapeva che non sarebbe stata quella la sua strada definitiva.
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Fu infatti proprio l\’incontro con artisti come Ani DiFranco o Erykah Badu a permetterle di scoprire un nuovo mondo musicale, più congeniale alla sua personalità artistica: a dodici anni McClain iniziò quindi a suonare la chitarra e a scrivere canzoni. Durante l’adolescenza fu invece la scoperta del jazz ad avere un enorme impatto su di lei e sul suo modo di concepire la musica: affascinata da mostri sacri come Billie Holiday, Chet Baker, Errol Garner e Nina Simone, McClain decise di iscriversi alla prestigiosa New School of Jazz and Contemporary Music di New York, dove ebbe tempo e possibilità di sviluppare il suo particolare stile.
Ed è stata proprio l’originalità del suo stile che le ha permesso di diventare una vera e propria artista, una cantante e una musicista dal sound immediatamente riconoscibile. McClain infatti non ci mise molto a farsi conoscere, e già da giovanissima si ritrovò ad esibirsi a fianco di alcuni dei suoi idoli (The Roots, Talib Kweli) nei più importanti festival (Fillmore Jazz Festival) o su palchi di prestigiosi locali (House of Blues).
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Dopo diversi anni di gavetta in giro per gli Stati Uniti e un EP (“My Machine”, 2009), McClain ha avuto finalmente l\’occasione di entrare in studio per registrare il suo primo LP: ”Rachel”, uscito qualche settimana fa, è un disco davvero pregevole per una quasi esordiente. Già ad un primo ascolto si notano subito la profonda conoscenza musicale e la grande varietà di influenze della cantante di Seattle, caratteristiche le quali permettono a McClain di risultare originale, fresca e piacevole (pregi assolutamente non scontati al giorno d\’oggi), anche grazie alla sua spiccata vena cantautoriale. L\’album è inoltre prodotto davvero molto bene: il sound è accattivante, “funky”, in bilico tra il moderno ed il vintage, tutte caratteristiche che personalmente ritengo molto importanti, soprattutto in un disco del genere, e che sottolineano l’attitudine “black” del disco.
Insomma, possiamo tranquillamente dire di essere rimasti piuttosto colpiti e incuriositi dalla musica di questa talentuosa ragazza. Abbiamo così pensato di farla intervistare dal nostro amico Filippo Giorgi di SMC Italia, in modo da permettere ai nostri lettori di conoscerla più da vicino:
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Tis: “Ciao McClain, come stai? Benvenuta sul blog di The Italian Soul! Per prima cosa raccontaci del tuo percorso artistico: come, quando e perché hai iniziato, i tuoi studi musicali, la tua carriera fino ad ora, ecc”.


McClain: “Io sto benissimo! Be\’, ho incominciato a cantare da bambina, prima in un coro classico per poi passare a gospel, jazz, hip hop e soul. Ho sempre cantato, mentre la chitarra l\’ho imbracciata a partire dai dodici anni. Più avanti invece mi sono focalizzata sul jazz e ho frequentato per due anni un conservatorio a New York”.

Tis: “Chi sono I tuoi cantanti/band/musicisti preferiti? Chi ti ha più influenzato?”

McClain: “Quando ho iniziato a scrivere canzoni nel mio stereo andavano spesso molti cantautori (Ani DiFranco, Erykah Badu, Liz Phair, etc). Poi quando ho iniziato a crescere e ho scoperto il jazz sono stata travolta da questo genere di musica. Nina Simone, Sarah Vaughan ed Ella Fitzgerald hanno cambiato la mia concezione di canzone. È stato combinando tutti questi generi che ho trovato la mia comfort zone”.

Tis: “Quali sono invece i cantanti/band/musicisti dei nostri giorni che preferisci?”

McClain: “Sono innamorata degli Alabama Shakes. Ne sono davvero ossessionata. Ah, e mi piacciono molto anche i Lake Street Dive”.

Tis: “Tornando alla tua musica: ‘Rachel’ è un album incredibile, con un bellissimo sound, dei testi interessanti e splendidi arrangiamenti: lo adoro! Raccontaci qualcosa del tuo nuovo album”.

McClain: “Grazie mille! Mi sento incredibilmente fortunata ad aver avuto la possibilità di registrare un disco esattamente come sognavo che suonasse. Ho avuto due eccezionali produttori, Dan Shatzky e Yonadav Halevy che hanno permesso la realizzazione del disco. Di solito quando si registra si comincia ad aggiungere cose man mano che si va avanti, ma noi abbiamo fatto le cose al contrario questa volta. Molte delle canzoni avevano molti più strumenti all\’inizio, quindi poi abbiamo man mano tolto delle cose fino a che non è venuto fuori il cuore del pezzo”.

Tis: “E direi che ci siete riusciti bene! Un’ultima domanda: cosa pensi ti riserverà il destino? Hai qualche progetto o altro per il futuro?”

McClain: “Guarda, vorrei poter predire il futuro, ma per adesso seguo l\’evoluzione dei fatti. Sto girando gli Stati Uniti per supportare il mio disco, mentre in gennaio rientrerò in studio: stiamo pensando di registrare un nuovo album. Onestamente… Non vedo l’ora!”[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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