Nina Simone and Piano: l’essenzialità in un capolavoro.
Nel mondo della musica esistono dischi in cui a contare è l’essenzialità. A volte non c’è bisogno di chiamare un grande numero di musicisti per creare qualcosa che sia musicalmente sontuoso. Ci sono artisti che spesso suonano e sovra-incidono tutti gli strumenti, o gran parte di essi. Un esempio su tutti è il mitico Prince, che spesso utilizzava pochissimi interventi esterni, o altre volte non ne utilizzava del tutto. O come non citare anche Stevie Wonder, altro grandissimo polistrumentista. Il disco del quale vogliamo parlarvi oggi è un bellissimo album di Nina Simone realizzato per solo pianoforte e voce nel 1969. Anche qui la parola d’ordine è essenzialità. Lei incide il lavoro in solitudine, con soltanto la sua voce e il suo pianoforte, strumento nel quale dimostra grandi doti. E pur essendoci presente un solo strumento ne viene fuori grande musica, come se fosse realizzata con un’intera orchestra. E stupisce anche la varietà di stili e suoni che ne scaturisce. Ma abbiamo anche un altro grande motivo per parlarvi di questo disco: giorno 21 Febbraio è ricorso il novantesimo anniversario della nascita di Nina Simone.
E quale migliore occasione questa per ricordarla, parlandovi di questo suo album…Ci sono in scaletta 10 brani (con l’aggiunta di altri 4 nella versione rimasterizzata in cd del 2003, realizzata poco dopo la dipartita dell’artista) e la prima cosa che salta fuori all’ascolto è l’intensità di queste esecuzioni, grazie alla sua voce ora sofferta, ora vivace e vigorosa, che si mantiene sempre su toni bassi, oltre che la grande maestria pianistica di Nina. Impossibile non lasciarsi catturare dall’emotività di “Seems I’m Never Tired Loving You”, dichiarazione d’amore cantata con il cuore in mano, o dal blues di “Nobody’s Fault But Mine”, classico composto nel 1927 da Blind Willie Johnson e che vanta varie riletture, tra cui quelle di Ry Cooder e dei Led Zeppelin. Degne di nota anche la malinconica “I Think It’s Going To Rain Today”(dal repertorio di Randy Newman) e la breve, ma intensa “Compensation”, poesia di Paul Laurence Dunbar che qui viene eseguita sotto forma di canzone in una brevissima (solo un minuto e 38 secondi) e memorabile reinterpretazione. Bella anche “Another Spring”, brano composto da Angelo Badalamenti e John Clifford, dai toni gioiosi e carichi di positività, quasi come se fosse il desiderio, appunto, di una nuova primavera, una nuova rinascita.
Ciò che traspare all’ascolto di questo disco è il fatto che qui il pianoforte non viene relegato a mero sottofondo o accompagnamento. Sia l’espressività della voce di Nina, capace di passare dai toni malinconici a quelli drammatici e sussurrati, che le note del suo piano, sanno ben compensarsi a vicenda, come se fossero l’uno l’estensione dell’altro. E pur nella sua breve durata il lavoro si mostra scorrevole, la voce entra nei pezzi con dolcezza e forte impeto emotivo al tempo stesso, quell’emotività che Nina porta con sè, forte della sofferenza vissuta sulla sua pelle e del suo orgoglio razziale. “Nina Simone and Piano” è uno dei suoi lavori più ricchi di fascino, conferma il grande spessore di quest’artista ed è consigliabile a chi vuole entrare nel suo mondo artistico, un modo più che degno di celebrare il novantesimo anniversario della sua nascita. W Nina Simone, may your music and soul live forever and ever!
Francesco Favano