La Ruota è il primo singolo di Stefano Della Grotta, in arte OIDA, cantante e chitarrista milanese con il soul nelle vene
Ogni tanto siamo presi a tal punto dalla passione per la musica d’oltreoceano che ci dimentichiamo come anche in Italia si producano ogni giorno cose pregevoli in campo soul ed R&B. Il tutto diventa ancora più bello quando questa musica viene realizzata da musicisti della tua città d’origine. Oggi infatti parliamo di OIDA, nome d’arte di Stefano Della Grotta, cantante e chitarrista nato a Milano il 4 maggio 1994, il quale ha appena pubblicato il suo primo singolo da solista, La Ruota. Il brano ha subito raccolto consensi a livello nazionale, venendo selezionato da Spotify per fare parte di alcune playlist parecchio seguite come “Anima R&B” e “Fresh Finds Italia”.
Musicista di estrazione jazz, dopo diversi anni di esperienza live in Italia e all’estero nel 2021 concretizza il suo desiderio di comporre brani personali ed inediti grazie alla collaborazione con l’amico e produttore Sebastian Martini (SUBSEB). La musica che ne nasce è un incontro di sonorità elettroniche e acustiche, guidata da una molteplicità vocale in continua evoluzione e dialogo tra il singolo e il collettivo. Per saperne di più, abbiamo deciso di fare qualche domanda al nostro concittadino.
–
TIS: Come e quando è nato questo brano?
–
O: “Non mi ricordo precisamente, mi pare tra 2016 e 2017, comunque dopo che mancò mio padre. Stavo cercando un rituale che fosse mio per esorcizzare quel momento difficile; mi sono immaginato di appartenere ad una cultura esotica e che questo brano fosse parte di un rito. Da qui la melodia molto semplice e ripetitiva, quasi come fosse un mantra. Ovviamente poi con Sebastian abbiamo ripreso e arricchito a livello armonico il pezzo, dandogli così un’estetica più ‘digeribile’ per il pubblico”.
–
TIS: Cosa ti ha maggiormente influenzato nella creazione del pezzo?
–
O: “Nel periodo in cui lo abbiamo prodotto stavo ascoltando molto Prince, quindi vocalmente ho preso molta ispirazione dal suo modo di cantare. In generale a livello vocale l’ispirazione è prettamente black. Dal punto di vista della produzione, invece, io e Sebastian abbiamo guardato a due grossi nomi della scena R&B italiana contempora come Venerus e Mace; ci affascinava l’idea di inserire elementi elettronici più eterei misti ad elementi più acustici e concreti. Un altro disco che ci ha ispirati e che presenta questo elemento è Taming The Dragon, capolavoro del duo Mehliana (Mark Guilliana e Brad Mehldau)”.
–
TIS: Che programmi hai nel prossimo futuro?
–
O: “Il progetto immediato è di fare uscire uno ad uno i brani, che poi saranno raccolti in un EP; la componente live non è ancora contemplata al momento, anche se sarà una parte importante del percorso. Ovviamente mii piacerebbe anche trovare un’etichetta con la quale collaborare a livello discografico”.
–
TIS: Una domanda “di settore” per i lettori del nostro blog: quali sono i tuoi artisti black preferiti?
–
O: “Sicuramente Prince, probabilmente una delle mie voci preferite. Poi D’Angelo, Jordan Rakei (in particolare l’album Cloak), e tutta la parte più pop della musica black”.
–
”οἶδα in greco significa ‘io ho visto, quindi so’. La conseguenza dell’aver visto, è aver acquisito una conoscenza. Una sorta di apprendimento costante e dicotomia indissolubile con l’altro e con l’esperienza. Così Oida si esprime: raccontando se stesso per fare da specchio a chi vuole ascoltare, porgendo la fragilità delle sue esperienze, celebrando timidamente il senso di inadeguatezza verso un mondo che preme per l’iper concreto e che fatica sempre più a prescindere da etichette. Si fa antidoto allora la spiritualità e la trasparenza della lettura del mondo, e la catarsi è nella connessione con l’altr*.”
–