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Outkast - Aquemini (1998)

Outkast – Aquemini (1998)

Aquemini, il terzo e magico album degli Outkast

Eccentrici, visionari, psichedelici, ironici e dannatamente funky. Se dovessimo usare quattro aggettivi per definire lo stile degli Outkast, beh potremmo dire che questi calzano loro a pennello. Tempo fa vi parlammo di “Atliens”, loro secondo album del 1996. Successivamente, dopo quest’ottimo lavoro, i rapper Andre 3000 e Big Boi, provenienti da Atlanta, perfezionano il tiro dando alle stampe “Aquemini”, disco che in questo periodo spegne 25 candeline. Potremmo dire che oggi quest’opera porti bene i suoi anni, per via della sua genuinità e del suo spiccato senso del groove, forte anche del sound, sia prodotto che suonato con strumentazione live. Un po’ come i colleghi The Roots, anche loro sostenitori della filosofia dell’hip-hop suonato con strumentazione vera, ma con un tocco di psichedelia ed eccentricità in più. Tutti elementi che balzano all’orecchio dell’ascoltatore grazie a tracce come “Return Of The G”, che cita nella base Giorgio Moroder e la sua “Theme From Midnight Express”, pezzo tratto dalla colonna sonora del film “Fuga di Mezzanotte”, diretto da Alan Parker.


Non si può nemmeno restare indifferenti alla blues-oriented “Rosa Parks”, dedicata appunto alla mitica Rosa Parks, simbolo della lotta per i diritti civili degli afro-americani, oppure all’inebriante elettro-funk di “Synthesizers”, che vanta la partecipazione di una grande istituzione come George Clinton. Ottime anche “Da Art Of Storytellin’” (che troviamo divisa in due parti), “SpottieOttieDopalicious”, impreziosita dalle rime fluide del duo e da una vibrante sezione fiati, “Liberation”, pezzo tra soul, gospel e jazz che conta sulle partecipazioni prestigiose di Cee-Lo ed Erykah Badu, e “Chonkyfire”, solido funk-rock dalle venature psichedeliche. Per il resto ci troviamo di fronte a un lavoro che fa della sua “eccentrica sperimentazione” la sua cifra stilistica, una sorta di semplice sofisticatezza che rende il disco ricco di ottime soluzioni armoniche e allo stesso tempo accessibile. Tutte queste caratteristiche lo renderanno degno di essere inserito tra i 500 migliori album di ogni tempo secondo la rivista Rolling Stone. Bisogna anche aggiungere il fatto che qui gli Outkast, pur essendo coadiuvati dal team degli Organized Noize e di Mr DJ, si occupano in prima persona della produzione del lavoro, rendendolo omogeneo, eclettico e coeso dalla prima all’ultima traccia, senza cadute di stile. Andrè 3000 e Big Boi sono due brillanti rapper dotati di un flow singolare e riconoscibilissimo, autori di testi intelligenti, strutturati, personali e capaci di offrire ottimi spunti riflessivi, sia che si tratti di pezzi ironici che di quelli più profondi e intimisti.

 

 

Le loro tematiche spaziano dalla precarietà delle relazioni, alla fantascienza, alla voglia di libertà, all’autodeterminazione e individualità. Ad “Aquemini” seguirà un altro grande capolavoro della loro discografia, “Stankonia”(2000), opera a tratti influenzata dal rock e dall’elettronica, per poi continuare con altri lavori ineccepibili come “Speakerboxxx / The Love Below”(2003) e il sottovalutato “Idlewild”(2006), tutti album capaci di alzare l’asticella e di dare una marcia in più alla scena hip-hop, quella più desiderosa di sperimentare e contaminarsi, lambendo anche territori come il jazz e il blues vintage. E quindi lasciamoci catturare dalla magia che un disco come “Aquemini” può regalarci e lasciamoci anche guidare da questo viaggio in prima classe offertoci dagli Outkast, duo folle e ricco di genialità.

Francesco Favano

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