Il 7 giugno 1958 nasceva Prince e noi vi parliamo di “Love Symbol”
Vi abbiamo spesso parlato, qui su The Italian Soul, della grande genialità dell’indimenticabile Prince. Oggi abbiamo un motivo in più per farlo: avrebbe spento 66 candeline! E noi vogliamo rendergli omaggio traghettandovi indietro nel tempo, nel 1992, parlandovi dell’album “Love Symbol”. Si tratta del secondo album in cui compare, come backing-band, la New Power Generation, una squadra di musicisti fantastici che in quel periodo accompagnava il Genio di Minneapolis live e in studio. Con loro aveva pubblicato, nel 1991, l’ottimo “Diamonds & Pearls, e adesso puntava ancora più in alto con “Love Symbol”. I rapporti con la Warner Bros (che lo seguiva dall’esordio del 1978 intitolato “For You”) stavano cominciando a incrinarsi. Prince accusò l’etichetta di voler bloccare la propria creatività artistica e decise, per protesta, di utilizzare un acronimo, T.A.F.K.P. (The Artist Formely Known As Prince, L’Artista Precedentemente Conosciuto come Prince), oltre che un simbolo, appunto il Love Symbol, che troviamo come logo nella copertina e che fondeva il simbolo maschile con quello femminile.
Il lavoro venne concepito da Prince come una “fantasy rock soap-opera”, intervallata da vari interludi parlati affidati all’attrice Kirstie Alley, nei panni della giornalista d’assalto Vanessa Bartholomew. Musicalmente il disco ci offre il suo inconfondibile cocktail di tutte le varie forme di black-music, stavolta aggiungendo inserti rap affidati a Tony M. Troviamo tracce irresistibili come “My Name Is Prince”, oppure il groove funky-jazz di “Sexy MF”, caratterizzato da una sezione fiati bella squillante e vibrante. Non possono passare il soul-funk di “Love Me To The 9’s”, oppure l’energico funk adrenalinico di “The Max”, oltre che ballatone dannatamente soul come “Damn U”, “Sweet Baby” e “And God Created Woman”, in cui Prince eccelle nei passaggi vocali vicini al falsetto.
Imperdibili anche tracce come il funk-rock di “The Continental” e il pop-rock psichedelico a carattere spirituale di “7”. In circa 77 minuti e rotti di musica, il Genio di Minneapolis ci offre un corposo bignami di tutte le varie forme di black-music, grazie alla grande maestria e creatività dei musicisti della New Power Generation, in cui troviamo la futura moglie Mayte Garcia, ai tempi sua ballerina, in sostituzione di Rosie Gaines (presente nel precedente album “Diamond & Pearls”) e il rapper Tony M, il cui flow forse potrebbe risultare oggi datato, ma che allora si mostrava al servizio dei pezzi del disco.
Ottimi anche i contributi dei fratelli The Steeles (Jevetta verso la seconda metà degli anni ‘80 interpretò “Calling You”, celebre pezzo dalla colonna sonora del film “Baghdad Café) e l’orchestra di Claire Fischer. L’album raggiungerà la quinta posizione nella classifica americana Billboard 200, la numero 8 in quella dedicata agli album R&B e Hip-Hop e il primo posto in paesi come Gran Bretagna, Austria e Australia. A giudicare dal rilascio degli ultimi inediti del periodo “Musicology”(2004), allora custoditi nel cassetto e mai pubblicati, verrebbe da dire che Prince è come se fosse ancora qui con noi, nonostante ci abbia lasciato il 21 Aprile del 2016. E parlare di “Love Symbol” è uno dei migliori modi per ricordarlo nel giorno del suo compleanno, perchè di Prince non si smette mai di parlare, il suo testamento artistico è infinito, come l’universo e le galassie, è musica immortale la sua e ancora oggi è in grado di emozionare, fare ballare, farci riflettere (soprattutto nei pezzi più conscious), ma soprattutto abbattere i vari recinti tra generi musicali rendendosi universale e capace di essere influente, anche verso nuovi esponenti della black-music. Non smetteremo mai di essergli grati per tutto ciò che ci ha donato, quindi a lui vanno i nostri più che calorosi e sentiti omaggi nel giorno del suo compleanno. Prince lives forever and ever!
Francesco Favano