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Samara Joy - Linger Awhile - The Italian Soul Blog

Samara Joy – Linger Awhile

Samara Joy, Vincitrice ai Grammy Awards 2023 come miglior artista esordiente e come miglior disco jazz dell’anno.

Vincitrice ai Grammy Awards 2023, come miglior artista esordiente, Samara Joy McLendon, classe 1999, nata nel Bronx, è uno dei nuovi talenti della nuova scena jazz vocale statunitense. Dotata di una vocalità vellutata, che a tratti rimanda alla mitica Sarah Vaughan, a fine 2022 ha pubblicato un nuovo delizioso album intitolato “Linger Awhile”, contenente 10 standard jazz riletti con grande maestria ed eleganza, grazie all’apporto di ottimi musicisti come il chitarrista italiano, da tempo residente in USA, Pasquale Grasso, Ben Paterson (pianoforte), David Wong (contrabbasso) e Kenny Washington (batteria). Sin da bambina Samara respira musica, crescendo in una famiglia in cui i suoi nonni, Elder Goldwire e Ruth McLendon, guidavano il gruppo gospel di Philadelphia The Savettes.

 

Il padre, invece, ha cantato in tour con Andrae Crouch. La cantante del Bronx si forma anche ascoltando artisti soul-R&B come Stevie Wonder, George Duke, Lalah Hathaway e Musiq Soulchild. E’ alla Fordham High School for The Arts, che si appassiona al jazz, esibendosi con la band della sua scuola. Vince inoltre, come Migliore Vocalist, il concorso Essentially Ellington. Successivamente frequenta il college SUNY Purchase e consegue il titolo di “Ella Fitzgerald Scholar”.
Nonostante la giovanissima età, Samara dimostra di maneggiare il jazz con l’abilità di un’artista navigata e ciò possiamo riscontrarlo in questi 10 standard, tra i quali spiccano “Can’t Get Out Of This Mood” e “Guess Who I Saw Today”. La vocalist del Bronx sa anche mostrare un suo lato più swingante, come in “Nostalgia”, che qui viene ribattezzata “The Day I Knew”, brano originariamente strumentale di Fats Navarro al quale lei ha aggiunto un proprio testo, rinverdendo così i fasti della mitica tradizione del vocalese (consistente nell’applicare parole ad assoli jazzistici strumentali). Ottime anche “Round Midnight”, dal repertorio del mitico Thelonious Monk, e la finale “Someone To Watch Over Me”, pezzo dei fratelli Gershwin qui riletto brillantemente in una versione intimista per chitarra e voce, grazie al supporto di Pasquale Grasso, chitarrista apprezzato anche da Pat Metheny.

 

Ci troviamo così di fronte a un disco ineccepibile dal punto di vista musicale, in cui la voce di Samara riesce bene a comunicare il sentimento di questi standard, senza perdersi in ginnastiche vocali fini a loro stesse. I Grammy come migliore artista esordiente e come miglior disco jazz dell’anno sono stati vinti meritatamente, forse è ancora prematuro stabilire se farà storia o no. Come si dice, “ai posteri l’ardua sentenza”. Però è anche vero che il buongiorno si vede dal mattino e Samara si mostra ben preparata nell’affrontare la materia jazzistica e di saperla padroneggiare in modo impeccabile, forte anche di una squadra musicale solida, affiatata e capace. E se questo è un ottimo inizio, allora non ci resta che augurare a Samara un grosso in bocca al lupo e l’augurio di una carriera ricca di gioie e soddisfazioni. Go on sis!

Francesco Favano

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