Serena Brancale

Alla scoperta della nostra vincitrice di Sanremo, Serena Brancale.

Vedere le nostre due favorite (Serena Brancale e Chanty) essere eliminate da artisti e canzoni mediocri ci fa male. Vedere il circo di giornalisti, critici e discografici esaltare i vincitori e recitare LA PARTE, ci fa ancora più male. Speravamo in Sanremo quest’anno, molto, ma poi per la percezione realistica che abbiamo di questo paese, torniamo a mettere i piedi per terra e dire: “ma sì…”. Il dilemma resta però: rassegnarsi a vivere in un paese nel quale impera un gusto nazional-popolare (il gusto per l’arte è dettato dalla televisione), o continuare a sperare e lavorare per fare spazio ad un cambiamento, un’ evoluzione, una spinta verso una cultura dai riferimenti alti e dal respiro internazionale? Eppure se si guarda al passato, all’Italia ( e forse anche ai Festival) tra gli anni ’50 e ’70, si ha un’impressione di “modernità” maggiore di quanto la si possa avere ora.
Il nostro è ancora un paese pieno di artisti capaci e innovativi, ma la maggior parte di loro vive nell’ombra, costretta a cercare lavoro in ambiti che non gli appartengono. Molti scelgono di andare all’estero per cercare uno spazio, una possibilità, uno spiraglio; molti altri rimangono e cercano di farsi sentire come possono e quanto possono; infine, una piccola parte riesce a spiccare il volo e a farsi apprezzare da una fetta di pubblico più o meno ampia.
E’ il caso di Serena Brancale, la bravissima musicista barese nostra favorita (insieme a Chanty) tra gli artisti presentatisi a Sanremo 2015. Serena non è la classica cantante da “italiano medio”; nei suoi pezzi non ascolterete melodie banali, non troverete testi ripetitivi e non percepirete quella patina insipida che copre buona parte della musica che passa sul palco dell’Ariston. Serena affonda le proprie radici artistiche nella musica nera e nella migliore tradizione cantautorale; la musica che nasce dal crogiolo di influenze che l’hanno segnata (soprattutto, come avrete capito, soul, funk, jazz, reggae e cantautorato) richiama un quadro pieno di colori e sfumature; colori forse troppo forti e sfumature troppo difficili da cogliere per il pigro e annoiato pubblico di Sanremo.
Serena ha portato sul palco del festival un pezzo magnifico: “Galleggiare”, una lenta e calda ballad soul-jazz. Questo brano è solo la punta di un iceberg del quale siamo andati a scoprire più che volentieri, la parte sommersa. Lo stesso giorno dell’esibizione, infatti, è uscito il primo album ufficiale di Serena Brancale, che si intitola proprio “Galleggiare”.
E’ raro che dal mercato discografico italiano, soprattutto di massa, escano dischi di qualità. A volte, però, accade, ed è accaduto proprio con questo album. Provate allora a non fermarvi al seppur bellissimo pezzo presentato a Sanremo, ma a contestualizzarlo all’interno dell’opera nella quale è inserito. Il consiglio che vi diamo è quello di ascoltare ascoltare questo album tutto d’un fiato. Buon ascolto.
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