Torna Son Little con il nuovo album Like Neptune
A due anni di distanza dall’album “Aloha”, ritorna il cantante e chitarrista di Philadelphia Son Little. Per chi non lo conoscesse, il suo nome anagrafico è Aaron Earl Livingston, e ha all’attivo collaborazioni con artisti come The Roots, RJD2 e Mavis Staples. Son Little è dotato di una vocalità calda, cruda e ruvida, oltre che di chiara impronta blues, e il suo stile abbraccia soul classico e moderno, oltre che funk, blues, rock, elettronica e lo-fi. Anche la sua è una discografia scarna, ma molto interessante, e in “Like Neptune” torna a deliziarci con la sua vena lirica introspettiva e un suono tra vintage e moderno, che di tanto in tanto non disdegna l’elettronica. Sono 12 le tracce in scaletta e tra quelle più intriganti ci piace menzionare l’iniziale “drummer”, con un’atmosfera che ci rimanda al mitico Curtis Mayfield, oltre che la triade formata da “bend yr ear”, “inside out” e “Didn’t Mean a Thing”, brani carezzevoli e dal mood blues-gospel. Notevoli anche l’elettro-blues di “no friend of mine”, impreziosito da sinuosi beat hip-hop e un efficace solo chitarristico, e la vintage e super-soul “Playing Both Sides”.
C’è anche per il resto un pizzico di elettronica, utilizzata con gran gusto e soprattutto con tanto soul. “Like Neptune” ci consegna un Son Little in ottimo stato di grazia, è un lavoro che è nato durante i 2 anni della pandemia, periodo in cui il musicista di Philadelphia ha recuperato vecchie lettere e appunti autobiografici risalenti alla sua infanzia e adolescenza. Il ricordo del suo passato burrascoso, che include anche traumi dovuti agli abusi sessuali avuti da bambino, ha dato al musicista l’ispirazione per questo nuovo album, in cui mette a nudo sè stesso con le sue speranze, gioie e dolori, forte anche di un percorso personale iniziato grazie all’aiuto di un terapista. E ne scaturisce una vena introspettiva non indifferente, il desiderio di voler passare dalle tenebre alla luce del sole.
Il tutto senza voler fare a tutti i costi sensazionalismi fini a loro stessi, ma con un modo di raccontare ispirato e consapevole. Musicalmente Son Little si occupa in prima persona di suoni e arrangiamenti, suonando quasi tutti gli strumenti, e ne viene fuori un suono spartano ma di grande efficacia. La sua voce dalle tinte vintage fa anche tutto il resto. Nel suo stile troviamo echi di D’Angelo, Lenny Kravitz, Cody ChesnuTT, ma anche di artisti come Sly & The Family Stone e Curtis Mayfield, tra gli altri. “Like Neptune” si ritaglia un ottimo spazio tra le ultime uscite della musica soul, quella in grado di deliziare i palati più esigenti e amanti delle sonorità tra classico e moderno. E se non conosceste la musica di Son Little vi consigliamo di andare a ritroso a recuperare anche i precedenti lavori.
Altre info su Son Little le trovate sul suo sito ufficiale
Francesco Favano