Stevie Wonder

Stevie Wonder e i suoi 71 anni – Innervisions

Oggi Stevie Wonder compie 71 anni! Lo omaggiamo riscoprendo uno dei suoi capolavori, Innervisions

In ogni collezione discografica di ottima musica soul (ma non solo) non possono mancare titoli del mitico Stevie Wonder. Sin dalla giovanissima età, da quando veniva chiamato Little Stevie Wonder,  il cantante e polistrumentista di Saginaw ci ha sempre stupito con brani entrati di diritto nella storia della musica. Divenuto maggiorenne, capisce che è ora di dare una svolta al suo stile. Vuole restare nella Motown, sua etichetta con la quale ha esordito e alla quale resterà fedele per molto tempo, ma si rende conto che bisogna dare ancora più spessore alla sua arte, sperimentando nuove formule stilistiche-musicali e arricchendo il suo songwriting di tematiche importanti. Faticherà molto a conquistarsi la fiducia del suo discografico Berry Gordy, sorte comune anche a Marvin Gaye, ma alla fine ci riuscirà. Ed ecco allora che nei primi anni ’70 darà vita a un paio di lavori imprescindibili per il soul, una serie che parte da Music Of My Mind (1971) e arriverà fino al mastodontico capolavoro Songs In The Key Of Life (1976). Di questo periodo oggi sceglieremo Innervisions (1973), una delle sue vette artistiche più alte.
Il titolo è tutto un programma e riflette appunto gli stati d’animo interiori del polistrumentista del Michigan, analizzando l’animo umano in tutte le sue sfaccettature, dall’amore, alle gioie della vita, fino ad argomenti scottanti e d’attualità. Anche le soluzioni musicali offerte riescono a stupire. Stevie è un ottimo one-man-band, suona spesso gran parte degli strumenti e una sua grande peculiarità è l’utilizzo dei sintetizzatori Moog e ARP, del piano elettrico Rhodes e delle tastiere Clavinet, una grande novità per il soul, che qui acquisisce un’impronta futuristica per l’epoca. Ogni pezzo meriterebbe un discorso a parte e allora come non lasciarsi catturare dal funk con elementi doo-wop dell’iniziale Too High, sul tema della droga, oppure dal romanticismo di pezzi come Visions, Golden Lady e All In Love is Fair. L’impegno sociale viene fuori nella superlativa Living For The City, brano di denuncia contro il razzismo, reso ancora più emozionante dall’utilizzo dei sintetizzatori, quasi come un film in musica con tanto di ambientazione cittadina e sirene. Nell’energico e ipnotico funk pregno di wha-wha Higher Ground, Stevie tratta il tema della reincarnazione, ma c’è anche spazio per l’allegra Don’t You Worry ‘Bout a Thing, un pezzo soul-rumba contagioso che farà anche la gioia degli Incognito durante i primi anni ’90. Ancora tanta coscienza sociale in Jesus Children of America, qui unita a elementi di spiritualità, e nella sarcastica He’s Misstra Know It All, tendente al gospel e indirizzata al Presidente USA di allora, Richard Nixon.

https://youtu.be/99gNYaz6YaM

Non ci sono parole per descrivere la grande musica straripante in Innervisions, come pure per descrivere l’immensa genialità di Stevie Wonder. Il disco ancora oggi continua a lasciare il segno. Groove e melodia, uniti a brillanti capacità liriche, sono perfettamente in sintonia tra loro, e la vocalità intensa e cristallina del musicista del Michigan riesce meglio di qualunque altra a esprimere degnamente l’introspettività umana. Le sue tematiche sanno toccare il cuore e l’anima come poche cose al mondo, riflettono la sua personalità sensibile e attenta a ciò che ci circonda. Il tutto unito a un grande senso di positività che ci aiuta a credere sempre nella vita e nella gioia di essa, nonostante i vari ostacoli. Alla fine ogni parola è superflua, ciò che conta è lasciarsi trasportare da ogni singola nota di questo disco, che ci dimostra come la musica sia sempre il mezzo migliore per cambiare il mondo e amare al meglio la vita in ogni singolo aspetto. Felice compleanno mitico Stevie, che la tua musica possa sempre darci forza e scaldare i nostri cuori! 

Francesco Favano

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