Stevie Wonder è tornato! Lo fa in grande stile, fondando una propria etichetta e pubblicando due brani a suo nome, Can’t Put It In The Hands Of Fate e Where Is Our Love Song.
E’ da circa sei decenni che il nome di uno dei più grandi nomi di sempre della musica soul, Stevie Wonder, viene associato a un altro nome leggendario per la musica afro-americana, quello dell’etichetta Motown. Bene, vi diamo la notizia: da oggi non sarà più così. Ebbene sì, Stevie, alla veneranda età di 70 anni (è nato il 13 maggio del 1950) ha deciso di mettersi in proprio, fondando una sua etichetta discografica, la So What The Fuss Records, associata alla Republic Records, una costola della Universal.
Neanche il tempo di elaborare questa notizia che già dobbiamo “fare i conti” con due nuove uscite discografiche dell’etichetta di Stevie, ovviamente a suo nome: Can’t Put It In The Hands Of Fate e Where Is Our Love Song, due brani che si aggiungono alla lunga lista di inni di protesta pubblicati nell’ultimo periodo in favore dei diritti civili. Il primo tratta un tema attualissimo, ovvero il voto imminente, oltre ovviamente alle lotte civili degli ultimi mesi. Nonostante il tema non leggerissimo, il brano ha il tipico sound energico e positivo dello Stevie Wonder più funk che ben si sposa con le performance dei numerosi ospiti presenti nel brano, ovvero i rapper Rapsody, Cordae, Busta Rhymes e CHIKA. Where Is Our Love Song, invece, vede Stevie Wonder collaborare con il chitarrista e cantante Gary Clark Jr. Si tratta di un brano che, non a caso, lo stesso Stevie dice di aver cominciato a scrivere nel 1968 e recentemente rivisitato, un brano d’amore non per un lui o una lei, ma per l’umanità intera. Tutti i proventi di questo brano saranno donati all’associazione Feeding America nella lotta al coronavirus.
Sebbene i due brani possano sembrare due pubblicazioni estemporanee e slegate da altri lavori più strutturati, pare che Stevie Wonder stesso abbia accennato al fatto che potrebbero far parte di un EP o di un album; sarebbe la prima uscita ufficiale da A Time O Love (2005), un’opera sul quale si vocifera che il cantante e polistrumentista stia lavorando da diversi anni. Mentre ci godiamo questi due brani, non ci resta quindi che avere fiducia nel futuro. Siamo sicuri che riserverà sorprese. O meraviglie, se preferite.