“House Of Music” dei Tony!Toni!Tonè! è il nostro omaggio a Raphael Saadiq che oggi compie 58 anni.
A più riprese vi abbiamo parlato, in questo blog, di Raphael Saadiq. Non poteva essere diversamente, essendo uno dei più importanti portabandiera della soul-music degli ultimi 40 anni. E per rendergli omaggio, visto che giorno 14 è il suo compleanno, abbiamo deciso di farvi viaggiare nel tempo nel 1996, parlandovi dell’album “House Of Music”, inciso con il suo gruppo di allora, i Tony!Toni!Tonè!. Fondati insieme al fratello Dwayne Wiggins (che è il cognome anagrafico di Raphael Saadiq) e al cugino Timothy Christian Riley, pur con una breve discografia (solo 4 album) hanno dimostrato di non essere un gruppo a tavolino solamente vocale, come spesso accadeva in quegli anni. Infatti loro sono degli ottimi musicisti e, pur avendo avuto a quei tempi il team di produzione delle En Vogue (californiane come loro), erano autori e produttori in prima persona del loro materiale artistico. Stesso percorso seguito da un’ altra ottima band di allora, i Mint Condition, che pur avendo come mentori il team Jam & Lewis, arrangiavano e componevano loro il proprio materiale.
Dopo l’ottimo “Sons Of Soul”(1993), lavoro che si potrebbe definire “proto neo-soul”, i Tony!Toni!Tonè” chiudevano degnamente il loro percorso discografico (Raphael Saadiq seguirà dopo un’egregia carriera solista e di produttore per conto terzi) con questo loro quarto album intitolato “House Of Music”, protagonista del nostro articolo di oggi. Qui vengono perfezionate le idee artistiche già esposte nel precedente album, a favore di una musica che diventa ancora più live e che accantona i suoni sintetici e campionati. Tutto per dare vita a un suono che ci rimanda agli anni ‘70, ma con uno spirito degno degli anni ‘90. Troviamo tracce come “Thinking Of You”, che ci rimanda ad Al Green, il singolo “Let’s Get Down”, frizzante e super-funky party-song, unico pezzo con produzione esterna (di DJ Quik e G-One), e le atmosfere jazzate e vintage di “Holy Smokes & Gee Wiz”. Se “Wild Child” ci rimanda alle migliori ballate degli Earth Wind & Fire, non possono passare inosservati pezzi come “Don’t Fall In Love” e “Annie May”, brano dal groove festoso, danzereccio e arricchito da ottimi fiati vintage.
Come detto prima, “House Of Music” sarà l’ultimo lavoro per questa band californiana, in quanto Raphael Saadiq nel 2000 pubblicherà l’ottimo lavoro con i Lucy Pearl, gruppo costituito da lui, Dawn Robinson delle En Vogue e Ali Shaheed Muhammad del gruppo hip-hop A Tribe Called Quest, per poi intraprendere un’ ottima carriera discografica solista parallela alle produzioni per vari artisti neo-soul/R&B come D’Angelo, Erykah Badu, TLC, Mary J.Blige, Macy Gray e tanti altri. “House Of Music” eccelle anche per la presenza di ottimi musicisti come la percussionista Sheila E (che insieme a Prince fu mentore del gruppo) e la sezione fiati dei Tower Of Power, oltre che Pete Escovedo e l’orchestra di Claire Fischer. E allora non ci resta altro che mettere in stereo questo bellissimo disco per lasciare che sia la musica a parlare, oltre che farsi trasportare dai suoi suoni caldi e groovy, il perfetto ponte tra tradizione soul-funky del passato e contemporaneità urban, il miglior modo per rendere omaggio all’arte dell’impeccabile Raphael Saadiq.
Francesco Favano