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Trap, la nuova religione - Idriss Hannour - The Italian Soul

TRAP, LA NUOVA RELIGIONE

NEL NOME DI ATLANTA, DELLA TRAP E DELLO SPIRITO SANTO

Non starò qua a spiegare l’autentica definizione concettuale e melodica della musica trap né tantomeno a mostrare i cambiamenti subìti nel tempo fino a diventare ciò che conosciamo oggi. 
Non parlerò neanche di chi usò la prima volta il termine trap o di chi scelse di renderlo il nome di un genere musicale.
Cercherò invece di spiegare come La Trap Music sia diventata la religione più seguita del mondo.
Il rap degli Stati Uniti del sud è sempre stato snobbato perché non rientrava in quel caos formato esclusivamente dall’East Coast, quelli che si sentivano Dei in terra, quelli che “abbiamo inventato noi il rap”, e dalla parte West, quelli che sostenevano di aver svoltato il genere in modo unico. Il “Southern Rap” era esattamente come il ragazzo più impacciato e goffo della classe. Quello sempre con i brufoli e gli occhiali a fondo di bottiglia. Nessun simpatizzante, nessuna pietà.

ATLANTA, PELLEGRINAGGIO VERSO LA NUOVA MECCA DEL RAP

Un disco a cui sono particolarmente legato è “Southernplaylisticadillacmuzik” degli Outkast. Dopo quasi 25 anni nessuno è stato in grado di riprodurre la maggior parte delle cose che contiene quel disco. Artisticamente parlando, quel disco è intoccabile. I titoli, i testi, gli interludi, le produzioni… il rap non aveva partorito niente di simile fino ad allora.
Nel ’95 ai Source Award gli Outkast ottennero la nomination al “Miglior Nuovo Gruppo” e vinsero.
Salirono sul palco, insieme al loro team e tutta la folla presente si mise a fischiare e gridare loro di andarsene. Ovvio, quell’evento, quella sera lì, non era altro che un ring di pugilato dove L.A sfidava N.Y: chi cazzo sono gli Outkast?

“OutKast, pronounced outcast
Adjective meaning homeless, or unaccepted in society
But let’s look deeper than that
Are you an OutKast?
[…]
He is looked at differently
He is not accepted because of his clothes, his hair
His occupation, his beliefs or his skin color
Now look at yourself, are you an OutKast?

 – Big Rube nel brano “True Dat”

Oggi il rap è il genere musicale più ascoltato del mondo, più in voga, più richiesto. Oggi il rap crea le tendenze, definisce le regole della musica, della moda, del cinema, ecc. Tutte le più grandi star mondali adesso (ma da molto tempo in realtà) dovranno inserire un rapper o scrivere “due versi rap” per andare in classifica. Il pop, l’industria musicale pendono dalle labbra dell’Hip Hop.
Ma entriamo un attimo nel dettaglio: chi definisce le regole all’interno del mondo del rap, per gli addetti ai lavori stessi, adesso?
La risposta è semplice: TRAP MUZIK. Chiamatela come volete, Southern, Dirty, Crunk, ma poco cambierà.
Non starò di certo qua a farvi un elenco per non annoiarvi, ma ripensate a tutte le Rap Hits che ci sono state negli ultimi dieci anni almeno.
Lil Jon? T pain? Southern.
Lil wayne? Flo-Rida? T.I? Birdman? Southern..
Ormai la transizione era avvenuta e nessuno poteva interrompere questo naturale corso, questo spostamento. New York stava invecchiando di testa, non accettava più le novità. California aveva perso ormai ogni briciola di umiltà, con il suo egocentrismo.
Il Basso Medioevo del Rap si stava concludendo, e nessuno era pronto a lasciarlo andare, ma il Rinascimento arrivò inevitabilmente.

Per quanto molti, se non tutti, possano dire che la trap parli esclusivamente di droghe, di spaccio, di violenza e altri crimini -“perché è così che era nata”- in realtà portò un’aria di cambiamento, uno spiraglio di luce, portò nuovamente della sana competizione artistica. Mise fine alla buia epoca precedente che si portò via la vita di tantissimi artisti rap. Condusse i rappers negli studi di registrazione e le pistole nelle fondine.
“Back in the days, when we where selling drugs, we knew it was wrong. We had no options. It’s cool that we hustled and all that, we all had to hustle I get that, but are we hustling to turning into something good, are we hustling to bring light to the situation so other kids won’t have to hustle?
Do something to the situation, maybe this kids won’t have to sell dope, maybe they won’t have to do trap music, or maybe they should just keep doing trap music because that shit is jamming!”

  –  David Banner, “Rapture” on Netflix.

Ho sempre sentito dire “prima nessuno copiava nessuno, ognuno aveva il suo stile unico. Ogni zona aveva il suo sound riconoscibile. Adesso tutti fanno musica, con gli stessi suoni”. Questo è vero, ma non mi limiterei a questo, cercherei di risalire al motivo. E il motivo principale è che per quanto su quel palco nel 1995 la trap music fosse stata derisa, nessun genere ha avuto una così grande, omogenea e longeva influenza a livello globale. Tutti adesso vogliono farsi amico chi prima deridevano. West Coast? East Coast? Nessuno più ha una identità, se non quella presa in prestito dalla musica del sud degli Stati Uniti.
Nel ’95 ai Source Award, quel ragazzino impacciato e goffo prese coraggio e  guardò in faccia il bulletto che sempre gli rubava la merenda e gli disse “Mi hai rotto le palle!”
Nel ’95 ai Source Award, gli Outkast non vinsero un semplice premio: vinsero la fiducia del popolo.
Se la Trap Music fosse una nuova religione, allora i membri degli Outkast, Big Boi e André 3000 sarebbero sicuramente i profeti che hanno sparso il verbo.
E se voi foste dei credenti, allora vi inviterei ad ascoltare il loro messaggio per giungere, magari, alla terra promessa.

TALKING PETERCAT
Idris Hannour

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