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Van Hunt - Happy Birthday

Van Hunt compie 51 anni!

Ieri era il cinquantunesimo compleanno di Van Hunt, un genio del soul contemporaneo. Lo festeggiamo andando a riscoprire il suo fantastico esordio discografico.

Nato a Dayton (Ohio), l’8 Marzo 1970, durante la sua carriera Van Hunt è riuscito a guadagnarsi la stima di colleghi illustri come Alicia Keys e Mary J.Blige, che lo hanno considerato come uno dei migliori musicisti della sua generazione. Alle spalle tanta gavetta e collaborazioni con nomi soul come Dionne Farris, Rahsaan Patterson e tour con artisti del calibro di The Roots, Boney James, Angie Stone, Seal, Coldplay, fra i tanti. Eppure i suoi rapporti con l’industria discografica non sono sempre stati molto idilliaci. Tutto iniziò da quando nel 2007 incise un coraggioso album come Popular, bloccato all’epoca dalla Blue Note in quanto lo considerava poco adatto al mercato, e solo in tempi recenti rilasciato in rete. Da allora Van Hunt non si è perso d’animo. Nonostante le varie batoste dal mondo discografico, ha deciso di rimboccarsi le mani incidendo degli ottimi lavori da artista indipendente, senza farsi schiacciare dalle mode e dalla prepotenza delle major. L’ultimo è del 2015 e si intitola  The Fun Rises, The Fun Sets. Noi però, in questo nuovo articolo, vogliamo parlarvi del suo esordio, l’album che porta il suo nome e che fu pubblicato nel 2004.

Questo disco, dai colori retro-moderni, è una brillante prova del suo talento artistico. Van Hunt è un eccellente polistrumentista, ha una vocalità duttile, poderosa e graffiante e sa suonare pianoforte, tastiere, chitarra, basso, batteria e sassofono. Tra le sue influenze ci sono grandi nomi come Curtis Mayfield, Sly & The Family Stone, Prince, Muddy Waters e David Bowie. Tutti artisti che hanno lasciato una grande impronta nel suo sound e dai quali attinge in maniera del tutto personale, senza risultare di maniera. Il suo esordio trae forza da pezzi come il funk-rock psichedelico del singolo Dust, la bluesy Second Of Pleasure e l’atmosferica ballad What Can I Say”(For Millicent). Ottima anche Hello Goodbye, mentre la groovy Highlights rievoca Prince e D’Angelo, grazie anche a una drum-machine ipnotica e cadenzata. Il soul più canonico traspare in un’altra perla del disco, Who Will Love Me In Winter, brano che eccelle per la sua  grande carica emotiva. Questa sua opera prima riceverà grandi apprezzamenti da parte della critica specializzata e il singolo Dust otterrà anche la nomination ai Grammy Awards come miglior brano nella categoria Urban/Alternative. Degni di nota i contributi di Andrew Slater (alla produzione esecutiva e già con Macy Gray e Fiona Apple),  Wendy Melvoin del mitico duo Wendy & Lisa (tra le tante creature di Prince) e Patrick Warren (Red Hot Chili Peppers, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Fiona Apple, Lucinda Williams). Tutto per un lavoro che concilia modernità con passato e in cui emerge tanta musica soul suonata genuinamente e con grande passione.

Dopo questo disco Van Hunt aggiungerà un tocco rock in più al suo stile, a partire dall’altrettanto lodevole On The Jungle Floor (2006), dal mood più solare, per poi incidere da indipendente album come What Were You Hoping For? (2011),  dall’impronta più psichedelica e sperimentale e The Fun Rises, The Fun Sets (2015). Nonostante il mancato appoggio da parte delle case discografiche, Van Hunt riesce a portare avanti la sua musica con onestà, tenacia e coerenza, mostrandosi sempre più fedele al vero spirito del soul. E noi, oltre a dargli sostegno e gratitudine per la bella arte che ci ha donato, ne approfittiamo per fargli anche tanti auguri di buon compleanno, con la speranza che continui sempre a stupirci e a tirare fuori tante altre perle dal suo cilindro magico. Happy birthday bro, you got style and soul! 

Francesco Favano

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