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Voodoo - D'Angelo

Voodoo di D’Angelo 20 anni dopo – Back in the days

Back in the day, Voodoo 20 anni fa usciva Voodoo di Mr. D’Angelo

Michael Eugene Archer, aka D’Angelo, classe 1974, pur con solo 3 album all’attivo (più un live al Jazz Cafè di Londra del 1996 non menzionato nella sua discografia ufficiale), è uno dei principali e influenti esponenti del neo-soul. Aveva rivisitato e rivoluzionato la tradizione soul come pochi nel 1995 con l’esordio “Brown Sugar”, in cui stabiliva un punto di contatto tra anni ‘70 e nuovi beat urban. Il 25 Gennaio 2000 ritornò con “Voodoo”, suo grande classico.

Il precedente disco ebbe un grande riscontro di critica e pubblico e allora c’era tanta attesa per un nuovo capitolo. La pazienza venne lautamente ricompensata con questo lavoro sorprendente caratterizzato da un incisione in presa diretta, beat densi e granitici e massiccio uso di basso. Per fare le cose in grande il signor D’Angelo arruolò musicisti come Questlove dei The Roots, il formidabile bassista Pino Palladino (che vanta una carriera a fianco di grandi nomi rock), il compianto trombettista jazz Roy Hargrove, Raphael Saadiq e Charlie Hunter, tra gli altri. Angie Stone, all’epoca sua moglie, era alla scrittura di alcuni brani. Il titolo del disco, “Voodoo” appunto, non era inteso come la forza maligna della stregoneria.

https://youtu.be/SxVNOnPyvIU

D’Angelo richiamava i suoi modelli ispiratori come per esempio Jimi Hendrix (il lavoro fu inciso nei suoi Electric Lady Studios), Sly & The Family Stone, Prince, Marvin Gaye, Al Green… Era quindi una magia a fin di bene, musicale soprattutto. E questa magia la si può respirare in pezzi come il funk-jazz dell’iniziale “Playa Playa” o nella cupa “Devil’s Pie”, prodotta da DJ Premier e con vari campionamenti rap, una critica alla mercificazione della cultura hip-hop. “Left & Right” si fa apprezzare per il suo sound minimal-funk e per le partecipazioni dei rapper Method Man e Redman, oltre che per il beat-box di Q-Tip, mentre “The Line” si avvale del contributo di Raphael Saadiq. Roy Hargrove, grazie ai suoi fiati, conferisce sensualità a “Send It On”(che riprende una porzione di “Sea Of Tranquillity” dei Kool & The Gang”) , mentre il funk più asciutto e scarno la fa da padrone nella sincopata “Chicken Grease”(tanto di cappello al basso di Pino Palladino!).

https://www.youtube.com/watch?v=bxJbCzPpCRI

Degne di nota anche le atmosfere bluesy di “The Root”(con un pregevole solo chitarristico di Charlie Hunter), la latineggiante “Spanish Joint” e la cover con arrangiamento minimal ma incisivo di “Feel Like Makin’ Love”, classico che Eugene McDaniels regalò nel 1974 alla voce di Roberta Flack. Il singolo “Untitled (How Does It Feel)”, realizzato a quattro mani con Raphael Saadiq, mostra invece reminescenze con le migliori ballads di Prince. Sono passati 20 anni dall’uscita di questo capolavoro e tuttora conserva intatto il suo fascino, oltre a mostrarsi ancora oggi attuale. Vuoi per D’Angelo, che qui sfodera un songwriting più maturo e consapevole oltre che una voce intensa, graffiante e carica di emozione e una padronanza degli strumenti musicali (è anche un brillante polistrumentista e spesso sovraincide tutto). Vuoi anche per la squadra musicale arruolata, con musicisti che da lì a poco avrebbero formato i Soulaquarians, un team di produzione che a quell’epoca ha dato molto al neo-soul. Peccato solo che discograficamente D’Angelo non sia molto prolifico, solo 3 album in 25 anni di carriera…Per un nuovo capitolo bisognerà attendere al 2014, anno in cui pubblicò “Black Messiah”, anch’esso dall’ottimo standard qualitativo. Ma, come si dice, spesso non è la quantità che conta, ma la qualità.

D’Angelo prende pause lunghe tra una pubblicazione e l’altra, ma il risultato non è mai deludente. D’altronde il nostro è un artista libero da contratti capestro, un soul-man ispirato, la sua musica riesce sempre a scuotere i suoi appassionati e non si piega alle mode e alle pressioni commerciali. Restiamo sempre fiduciosi in D’Angelo, aspettando un altro suo nuovo lavoro e augurandoci sempre che continui a stupirci e a esprimere la sua creatività. Keep it up bro!

Francesco Favano

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