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Ben Harper

Ben Harper live at 02 Academy Brixton, London

Ben Harper, ovvero la perfetta unione tra black music e rock.

Ben Harper è la perfetta unione tra black music e rock, tra musica nera e bianca. Con la sua musica riesce a far convergere il tutto in un messaggio sonoro così emozionante da lasciarti senza parole. Un brano dopo l’altro legati tra loro, non un silenzio ma pause soffuse che crescono fino ad esplodere ancora. Ben per buona parte del concerto sembra molto statico, poco energico nei movimenti per poi sorprenderti con dei balzi e delle corse improvvise su degli stacchi repentini: dal più soffuso soul all’esplosione rock.

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Ma ovviamente ci si può aspettare solo questo da un artista vincitore di ben tre Grammy Awards, uno dei pochi musicisti in grado di fondere con successo i generi più disparati (folk, rock, reggae, soul, funk, blues… sono pochi i generi che Ben non ha affrontato). La cosa che adoro di lui è che riesce a stabilire sempre una connessione profonda e viscerale con il pubblico – o almeno deduco, perchè con me questo accade sempre. Lo fa con l’espressività forte della sua voce, del suo viso e del suo sguardo, si dona dimostrando nello stesso tempo un’incredibile gratitudine per chi è lì per lui. Dopo averlo sentito con altre band sono arrivato alla convinzione che The Innocent Criminals sia la band perfetta per Ben, quella con la quale lui si esprime meglio, quella nella quale io lo riconosco e grazie alla quale mi emoziono di più. Ed è proprio con i The Innocent Criminals, con i quali ha ricominciato a lavora dopo ben dieci anni, che Ben ha realizzato il suo ultimo album, Call It What It Is. Nell’omonimo singolo, pezzo a chiaro tema sociale contro lo spropositato uso di armi in USA, definito da lui stesso “my proudest musical accomplishment” (“La la realizzazione musicale di cui sono più fiero”) Ben Harper é riuscito a dire chiaramente tutto quello ciò che intendeva dire, usando tutti i suoni e le parole che voleva usare: niente di più efficace per trasmettere un messaggio così importante al maggior numero di persone.

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Eppure la mia passione per il cantante californiano ultimamente era andata scemando. Dal primo Welcome To The Cruel World fino a Diamonds On the Inside sono stato suo fan accanito, ogni volta che è tornato in Italia non me lo sono mai perso. Poi, tra il mio immergermi nel Neo Soul e il non sentire più le stesse emozioni nei suoi dischi, mi ci sono pian piano allontanato. Grazie a Francesca Lanzilotti però, collaboratrice del progetto The Italian Soul, ho avuto la possibilità di trovarmi ancora sotto il palco in una splendida location qual è lo 02 Academy Brixton di Londra, di fronte a lui, e sentire il suo modo di entrare nell’anima della gente. Ogni parola cantata trasuda di vissuto e in ogni nota c’è gioia e sofferenza.

Tutti i musicisti invidierebbero come è cresciuto Ben Harper, tra madre cantante (con la quale ha anche pubblicato un disco) e nonni liutai, mestiere ereditato dalle generazioni precedenti; vi lascio immaginare come potesse passare le sue giornate. Tutto questo lo vedi da come dirige, come maneggia le sue chitarre e come si muove sul palco, sempre rimanendo un personaggio umile, generoso e genuino, oltre che magneticamente carismatico. Fidatevi: vale la pena di vedere questo spettacolo almeno una volta.

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Dario Serafino.

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