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2017

2017 – The Best Soul & R&B albums by PopMatters – Pt. I

Vi riproponiamo la classifica dei migliori 15 album R&B e Soul del 2017 secondo PopMatters.

Ogni anno in questo periodo escono le consuete classifiche musicali di fine anno, argomento sul quale le maggiori testate musicali si fanno la guerra dalla notte dei tempi. Più raro, quando si parla di grossi nomi del giornalismo, è trovare classifiche incentrate sulla black music, ma, come dice il detto, “chi cerca trova”: raccogliendo un po’ di informazioni in rete siamo incappati nell’interessantissima classifica stilata da PopMatters, nella quale sono compresi i migliori 15 dischi dell’anno 2017 nel campo del soul e dell’R&B, e abbiamo deciso di riproporvela, interamente tradotta. Nell’articolo di oggi leggerete i primi cinque album di questa speciale classifica, che sarà completata con altri due articoli questa settimana. Seguiteci per saziare la vostra curiosità!

15. Jessie Ware – Glasshouse (Island)

Qualche volta essere di fretta non è un male. Si diceva che Jessie Ware avesse così disperatamente bisogno di finire Glasshouse prima della nascita di suo figlio quest’anno che saltava da un songwriter partner all’altro con slancio quasi spericolato. Il fatto è che ha funzionato. Collaborando con chiunque, da Ed Sheeran a Ryan Tedder a Samuel Preston, il risultato è stato non solo uno dei migliori album pop/R&B dell’anno, ma soprattutto il migliore della carriera della Ware.

Prendete il singolo Selfish Love, in collaborazione con Ryan Tedder e Benny Blanco: è il massimo, grazie al tipo di produzione minimale che eleva definitivamente la focosa vocalità della Ware ad altezze che prima non aveva mai raggiunto. Al contrario Midnight, il pezzo di apertura, si rifà a quello straight-ahead soul forgiato nei primi anni ’90, quando i finger snaps andavano di moda facendo da ponte con la strumentazione live che portava alla ribalta un funk aggiornato. E coglie nel segno. Se non pensate che Stay Awake, Wait for Me sia un D’Angelo aggiornato, allora non state ascoltando. Jessie Ware ha detto che Glasshouse è il suo disco più personale, ed è difficile non sapere di cosa sta parlando dopo una manciata di ascolti. A volte il primo pensiero è la migliore cosa da pensare è: il primo pensiero è il miglior pensiero.



14. Chicano Batman – Freedom Is Free (ATO)

La prima impressione che si ha ascoltando Freedom Is Free, l’ultimo album del quartetto losangelino Chicano Batman, è quella di essere davanti ad un vecchio, oscuro, malconcio album del 1972 trovato nella collezione di vinili di vostro zio. O forse è qualcosa che scopri mentre vaghi senza meta in un mercatino delle pulci. La musica, in quest’album, ha quel tipo di autenticità. Il fatto è che si tratta di musica nuova di zecca, eppure sembra che sia stata incisa ad almeno 100 miglia di distanza da un qualsiasi laptop. i Chicano Batman – quartetto composto da Bardo Martinez (voce, chitarra, organo), Carlos Arevalo (chitarra), Eduardo Arenas (basso, voce) e Gabriel Villa (batteria, percussioni) – fanno musica che sembra sigillata ermeticamente in un’altra epoca, eppure le loro riflessioni politiche e la loro critica sociale come mai in quest’epoca.



13. Chloe x Halle – The Two of Us (Parkwood Entertainment/Columbia)

Non ignoratele solo perché hanno scritto “fenomeni YouTube” nella loro voce di Wikipedia. Non giudicatemi se ho sentito parlare per la prima volta di loro quando le ho viste esibirsi su un carro nella Macy’s Thanksgiving Day Parade, nel 2016. Chloe x Halle sono adolescenti R&B; cantanti, tenute in alta considerazione da Beyonce, che hanno pubblicato un paio di fantastici EP negli ultimi anni, oltre al divertente ed eccitante The Two of Us di quest’anno. Non vogliono chiamarlo un album e né chiamarlo mixtape, ma qualunque cosa sia, racchiude più idee in 26 minuti di quanto alcuni cantanti riescano a fare in una carriera, e questa è la verità. Le sedici brevi canzoni sembrano quasi improvvisate, con un nuovo approccio all’armonia e all’uso ludico del linguaggio. Fugace quanto esilarante nella sua creatività, The Two of Us è facile da ignorare, essendo etichettato come un album non serio, poco degno di considerazione a fine anno. Ma se la pensi in questo modo, è un tua perdita.



12. Daniel Caesar – Freudian (Golden Child Records)

Nel suo album di debutto, Daniel Caesar si presenta come un ibrido tra un classico cantante R&B, un divo sensuale ed un soul-searcher influenzato dal Vangelo. Le sue avances sono tenere, e lo sono anche le sue preghiere. Ha l’amore nella sua mente, come forse un cantante R&B dovrebbe, anche se la sua prospettiva sull’amore diventa profonda. Ha un comportamento così calmo, e la sua musica è così placida, che in un primo momento l’album può far andare in estasi, facendo dimenticare la complessità presente nel suo cantare e nelle sue canzoni, o gli eterni problemi presenti nella sua testa. Questo album sembra segnare l’arrivo di un nuovo grande talento la cui musica è destinata ad approfondirsi e ampliarsi nel tempo.



11. Matt Martians – The Drum Chord Theory (Three Quarter)

Nel 2017 diversi membri dei The Internet, uno dei gruppi più interessanti degli ultimi anni, si sono resi autonomi e hanno pubblicato progetti solisti: Fin, di Syd,  Steve Lacy’s Demo di Steve Lacy e The Drum Chord Theory di Matt Martians. Quest’ultimo è un disco groovy e rilassato in modo bizzarro, come una cassetta underground di soul anni ’70 che qualche astronauta del funk ha tenuto nella sua cantina fino ad ora. L’uomo del Rinascimento, Matt Martians – membro fondatore di Odd Future, Jet Age of Tomorrow e altro – canta di cuori spezzati e acidi, e chissà cos’altro. La musica suona come quegli stessi argomenti e come una festa. Si intreccia e cambia, brilla e distorce, e scende. È un Diamond in da Ruff, come dice il titolo di una sua canzone




Fonte: popmatters.com

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