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Miguel

Miguel – War & Leisure

Oggi Simone Cazzaniga parla di War & Leisure, nuovo album di Miguel.

Siamo sinceri e lo ammettiamo: Miguel l’abbiamo sempre snobbato. Non sappiamo dirvi il perché. Non pensiamo sia colpa della sua rovinosa caduta esibita ai Billboard Music Awards del 2013 e neppure per antipatia. Più probabile una non attenta valutazione, causa di eccessiva esposizione da parte di altri colleghi che hanno attirato in maggior misura la nostra attenzione, vedi un Frank Ocean o un The Weeknd. Un terribile sbaglio avvalorato in questi giorni. In attesa dell’uscita del suo album siamo andanti a riscoprire ciò che Miguel aveva già proposto. L’abbiamo fatto dopo aver sentito i nuovi singoli, talmente potenti, da farci venire il dubbio che Miguel fosse diventato tutto ad un tratto bravo, bravissimo. No, ci sbagliavamo anche qui, perché riascoltando con la giusta concentrazione Kaleidoscope Dream (2012) e Wildheart (2015) abbiamo capito l’errore fatto. Tutti i pezzi del puzzle si sono incastrati alla perfezione, confermando ciò che di meritevole si dice di lui.

Il riascolto ci ha permesso di apprezzare nel modo migliore il suo nuovo War & Leisure.  Un titolo allarmante, ma senz’altro adatto a quello che preannuncia. L’eterno binomio amore e odio, guerra e pace, peace and love viene affrontato, come già fatto in passato da illustri colleghi, anche da lui, un artista che sino ad ora si era avvolto dall’esclusivo alone di sensualità, quasi fosse un clone di Prince e D’angelo. Attraverso una voce attraente e una scrittura non più ordinaria, Miguel riesce con maestria a raccontare prima della preoccupante situazione politica che ci circonda per poi contrastarla con le immancabili allusioni erotiche, qui utilizzate come una medicina capaci di guarire le vicissitudini del nostro tempo, necessarie per superare questa cosa che si chiama vita.



Una certa tensione emotiva la si percepisce anche dai suoni. Musica che si affaccia sul confine del pop, senza però superarlo. Un moderno RnB dove le produzioni, ben dosate, sono affiancate da un pizzico di psichedelia quasi a voler sottolineare il desiderio d’evasione dalla realtà. Ricca presenza di chitarre che un momento prima suonano un funk dalle tinte purple come quelle di Told You So e subito dopo si presentano distorte e dalle sfumature cupe pronte a rinfacciare le apocalittiche guerre raccontate in City Of Angels. Un rock latino e vivace per le metafore a sfondo sessuale, cantate per la prima volta da Miguel in lingua spagnola, di Caramelo Duro. Momenti di puro piacere nella ballata romantico-militare Banana Clip ed in Wolf dove sono riconoscibili le classiche influenze del blues. Un accenno di auto-tuned, quello dell’amico Travis Scott, lo troviamo in Sky Walker ed i rap delicato di J. Cole lo accompagna in Come Through & Chill. L’album si chiude con la personalissima Now, dove il cantante di origini messicane, si domanda cosa sia veramente la libertà ai giorni nostri, mettendo in dubbio la capacità e l’integrità morale delle persone che lo rappresentano e che governano. Fin troppo espliciti i riferimenti a chi voleva costruire l’ennesimo muro di separazione.

La lezione l’abbiamo imparata. Niente più superficialità soprattutto nei suoi confronti, anche perché War & Leisure merita di essere annoverato tra i migliori album dell’anno.

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