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Keyon Harrold - Foreverland - The Italian Soul Blog

Keyon Harrold – Foreverland

“Foreverland”, nuovo lavoro del trombettista Keyon Harrold

Sin dagli anni ‘70 abbiamo avuto molti esempi di musicisti jazz che si sono tuffati, anche con ottimi risultati commerciali, sul soul e sul funk. Spesso da una parte facendo storcere il naso alla critica jazz più purista, dall’altra parte avvicinandosi agli amanti degli altri generi black. In tempi più recenti abbiamo avuto gli esempi di Branford Marsalis col progetto Buckshot Lefonque, poi il compianto Roy Hargrove coi suoi RH Factor e ancora più dopo Robert Glasper con il progetto Robert Glasper Experiment e i suoi album della serie “Black Radio”. Da poco si è aggiunto “Foreverland”, nuovo lavoro del trombettista Keyon Harrold, che prosegue il discorso già intrapreso dagli artisti citati. Per chi non lo conoscesse, lui viene da Ferguson (Missouri), è classe 1980 e si è laureato alla School Of Jazz, il secondo conservatorio della New School di New York. Tra le sue influenze cita grandi artisti come Miles Davis, Prince, i miti dell’hard-bop, fino ad arrivare a J-Dilla. Il suo curriculum è anche di tutto rispetto, in quanto ha suonato la tromba per molti artisti contemporanei come Jay-Z, Beyoncè, Anthony Hamilton, passando per Rihanna, D’Angelo, Maxwell, Mary J.Blige, Gregory Porter, tra gli altri. Ha anche affiancato il trombettista Charles Tolliver nel suo album “With Love”(2008), mentre come leader in proprio ha all’attivo 2 pubblicazioni: “Introducing Keyon Harrold”(2006) e “The Mugician”(2017).

 

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“Foreverland” è il suo terzo disco ed è pervaso da sonorità neo-soul e contemporary R&B raffinatissime e allo stesso tempo ricche di groove. Si avvale anche di ottimi ospiti come il bravissimo rapper Common, Robert Glasper e Jean Baylor (negli anni ‘90 nel duo delle Zhanè insieme a Renee Neufville), presenti in “Find Your Peace”, sul cui finale troviamo un brillante assolo di piano Rhodes da parte del secondo. Tra le altre tracce degne di menzione possiamo citare “Beautiful Day”, impreziosita dalla voce di PJ Morton, lo strumentale “The Intellectual” e “Don’t Lie”, affidata alla voce di Malaya e con ottime parti drum n’ bass da parte dell’ottimo batterista Chris Dave, che spesso ha collaborato con artisti come Mint Condition, D’Angelo, Robert Glasper e Meshell Ndegeocello, tra gli altri. In “Pictures” Keyon mostra anche ottime doti vocali da crooner e alle tastiere troviamo una grande istituzione come Greg Phillinganes. Per il resto siamo di fronte a un lavoro che potrà fare la gioia di chi già ha apprezzato i dischi della serie “Black Radio” di Robert Glasper, che abbiamo potuto trovare tra gli ospiti di “Foreverland”. Grazie ai tanti esempi avuti negli anni ‘90 e ‘2000, abbiamo potuto notare come spesso il jazz, contaminandosi con le sonorità soul-R&B e urban, spesso può dare vita a mondi sonori davvero sorprendenti, capaci di abbattere gli steccati musicali e creare qualcosa che suoni sempre fresco ed efficace. In fondo anche questi dischi sono un po’ discendenti dell’hard-bop dei tempi che furono e grazie ai nuovi linguaggi qui trovano grande vitalità, oltre a riuscire ad accontentare i palati musicali più esigenti e attenti alla qualità.

Al di là delle critiche che i puristi del jazz possono esprimere, “Foreverland” è l’ennesima dimostrazione di come il neo-soul sia sempre più vivo che mai, un suono che sa resistere nonostante le produzioni trap e sintetizzate che dominano il mercato e che sa rendere la tradizione jazz accessibile alle nuove generazioni. E con questo suo terzo lavoro possiamo quindi dire che Keyon Harrold ha centrato pienamente il suo obiettivo, partorendo un’opera come “Foreverland”, che si ritaglia un posto più che degno tra le migliori produzioni black del momento.

Francesco Favano

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