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Back To Oakland - Tower Of Power - The Italian Soul

Tower Of Power – Back To Oakland (1974)

50 candeline per “Back To Oakland” dei Tower Of Power

Oggi torniamo a parlarvi dei Tower Of Power, favolosa formazione soul-funky scegliendo per voi “Back To Oakland”, che a Febbraio ha spento 50 candeline. A fine Settembre 2020, qui sul nostro blog, rendemmo omaggio a Francis Rocco Prestia (che in quel periodo ci aveva purtroppo lasciato), parlandovi dell’album omonimo dei Tower Of Power del 1973.  Si tratta di uno dei loro lavori migliori, tanto è vero che la rivista Modern Drumming (dedicata allo strumento della batteria) lo ha citato tra i migliori album per chi vuole approcciarsi allo strumento. Infatti qui il ritmo si fa più serrato, travolgente e spigoloso, veniamo catapultati in 43 minuti e rotti di grande groove, forte anche della sezione fiati dei Tower Of Power, una delle migliori del panorama musicale insieme ai Blood Sweat & Tears, ai Chicago e agli Earth Wind & Fire.

 

Anche qui troviamo la voce super-soul di Lenny Williams e basta ascoltare brani dal groove super-funky come “Don’t Change Horses (In The Middle Of A Stream)” e lo strumentale jazz-fusion di “Squib Cakes” per rendersi conto delle ambizioni di questo lavoro, in cui il groove la fa da padrone e i fiati sono sempre più squillanti che mai, oltre a dare il brio giusto ai pezzi. C’è anche spazio per ballate dannatamente soul come “Just When We Start Makin’ It”, arricchita da un bel solo di organo e da un soave tappeto d’archi, e “Time Will Tell”, mentre più dalle tinte R&B è “Man From The Past”. Il funk più sfrenato lo troviamo ancora in “I Got The Chop”, un altro dei pezzi degni di nota. In “Back To Oakland”, il sound dei Tower Of Power trova la sua più alta realizzazione, forte del fatto che le due anime della band, sia quella melodica, che quella ritmica, riescono a convivere armoniosamente, anche se il disco tende a prediligere più la seconda. Perfetto anche l’amalgama tra l’organo di Chester Thompson e la chitarra di Bruce Conte, ma merita grande menzione, come sempre, la sezione ritmica di Rocco Prestia e David Garibaldi (batteria), che è proprio quello il fulcro dell’intero lavoro, ciò che lo rende accattivante, un sound al quale è difficile resistere. L’elemento funky qui, rispetto al precedente album del 1973, diviene ancora più marcato. Pur non avendo avuto risultati eclatanti di vendita nelle classifiche (toccherà la 26esima posizione della classifica Billboard e la tredicesima in quella dei dischi soul), a 50 anni dalla sua pubblicazione “Back To Oakland” si confermerà un lavoro capace di guardare avanti, venendo preso come disco di riferimento da molti artisti e gruppi acid-jazz negli anni a venire, tra cui anche Jamiroquai, che agli album dei Tower Of Power deve molto. E se avete voglia di musica che vi faccia volare alto con il ritmo del funk, oppure che vi scaldi il cuore con ottime ballate soul dolci, calde ma per nulla melense, “Back To Oakland” può fare al caso vostro, il miglior modo per mantenere vivo il ricordo di Francis Rocco Prestia, grande maestro del basso elettrico dotato di tecnica sopraffina, degno di potersi mettere al pari di grandi dello strumento come Bootsy Collins e Larry Graham.

Sito Ufficiale

Francesco Favano

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